Gaza: un altro giornalista ucciso da Israele, Trump esorta Netanyahu a non bloccare la tregua

Rosita Ponti

Dicembre 3, 2025

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente contattato l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per richiedere assistenza nella sua richiesta di grazia al presidente israeliano Isaac Herzog. Questa comunicazione è avvenuta durante una telefonata tra i due, come riportato il 2 dicembre 2025 da Channel 12, citando fonti americane. Trump ha espresso fiducia riguardo alla possibilità che la grazia possa essere concessa, ma non ha preso impegni concreti. Durante la conversazione, Trump ha anche esortato Netanyahu a migliorare il suo approccio nei negoziati di pace riguardanti Gaza, ponendo domande sui motivi per cui i membri di Hamas intrappolati nei tunnel non si arrendono e vengono invece uccisi. Netanyahu ha risposto affermando che sta facendo del suo meglio nella situazione attuale.

La situazione a Gaza e le risoluzioni ONU

Il 2 dicembre 2025, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato due risoluzioni che chiedono a Israele di ritirarsi dalle Alture del Golan, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est. La risoluzione riguardante la Cisgiordania e Gerusalemme Est ha ottenuto 151 voti favorevoli, 11 contrari e 11 astensioni, mentre quella sulle Alture del Golan ha visto 123 voti favorevoli, sette contrari e 41 astensioni. Israele e gli Stati Uniti hanno votato contro entrambe le misure. L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha criticato aspramente le risoluzioni, affermando che l’Assemblea Generale non tiene conto della realtà e che, invece di affrontare i crimini dell’asse iraniano e le azioni pericolose delle milizie in Siria, chiede a Israele di ritirarsi dalle Alture del Golan, una zona considerata vitale per la sicurezza dei cittadini israeliani.

Il sostegno di Netanyahu alle colonie illegali

Secondo quanto riportato dai media israeliani, Netanyahu avrebbe sostenuto l’approvazione di avamposti agricoli illegali in Cisgiordania, alcuni dei quali sono associati al movimento estremista dei coloni noto come “Hilltop Youth“. La questione è emersa da un documento ottenuto dal quotidiano Ynet, che riassume una discussione tenutasi il mese scorso sulla violenza perpetrata da questi giovani coloni. Durante l’incontro, sono stati presenti anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz e il comandante del comando centrale dell’esercito israeliano, Avi Bluth. Il documento menziona le fattorie come una “risposta positiva necessaria per salvaguardare l’Area C“, parte della Cisgiordania sotto il pieno controllo israeliano. Netanyahu ha anche sottolineato la necessità di misure educative per allontanare i giovani coloni dalla violenza.

Denunce di pulizia etnica in Cisgiordania

Laura Boldrini, esponente del Partito Democratico italiano, ha parlato della situazione in Cisgiordania durante una conferenza alla Camera, denunciando quella che definisce una “pulizia etnica” perpetrata dal governo di Netanyahu. Boldrini ha condiviso la sua esperienza di una missione in Cisgiordania dal 23 al 28 novembre, durante la quale la delegazione è stata bloccata in aeroporto e interrogata. Ha descritto il clima di paura e repressione, evidenziando come i palestinesi siano costretti a vivere sotto un regime di terrore. La delegazione ha anche incontrato il figlio di Marwan Barghouti, leader palestinese detenuto in Israele dal 2002, raccogliendo un appello per la sua liberazione.

Attacchi e vittime a Gaza

Il 2 dicembre 2025, un attacco aereo israeliano ha ucciso il fotoreporter Mohammed Wadi, mentre un altro giornalista, Mohammed Abdel Fattah Aslih, è rimasto ferito. Questo attacco è avvenuto a est del campo profughi di Al-Bureij, nella Striscia di Gaza. Fonti locali riportano che Wadi era un noto fotografo di matrimoni a Khan Younis prima di dedicarsi a documentare il conflitto. Questo episodio segna la seconda vittima tra i giornalisti dopo l’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas il 10 ottobre. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato l’attacco, sottolineando l’importanza della protezione dei giornalisti e della necessità di garantire loro la libertà di operare senza timori di ritorsioni.

Restituzione dei resti di un ostaggio

Israele ha ricevuto resti umani da Hamas, consegnati tramite la Croce Rossa. I resti, probabilmente appartenenti a uno dei due ostaggi ancora in attesa di identificazione, sono stati trasferiti all’esercito israeliano e allo Shin Bet all’interno della Striscia di Gaza. Una cerimonia militare si svolgerà per la ricezione dei resti, alla presenza di un rabbino, prima che vengano trasferiti al Centro nazionale di Medicina Legale per l’identificazione.

Rapporti delle vittime a Gaza

Il ministero della Salute di Gaza ha riportato il numero di 356 vittime dagli attacchi israeliani dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Negli ultimi giorni, sono stati confermati ulteriori decessi e ferimenti a causa dei raid israeliani. Il bilancio totale delle vittime a Gaza dal 7 ottobre 2023 ha superato le 70.000 unità, con oltre 170.000 feriti, evidenziando la gravità della crisi umanitaria in corso.

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