Corruzione: Nordio accusa Conte e il suo movimento di disinformazione

Veronica Robinson

Dicembre 4, 2025

Il 2 dicembre 2025, la direttiva dell’Unione Europea riguardante l’anticorruzione ha ricevuto l’approvazione, segnando un’importante svolta per l’Italia. Il delitto di abuso d’ufficio, inizialmente incluso nel testo, è stato completamente rimosso, in seguito a pressioni e argomentazioni presentate dal governo italiano, supportate da una significativa maggioranza di altri Stati membri. Questa decisione ha suscitato commenti e reazioni tra i rappresentanti politici, in particolare da parte del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

La posizione italiana sulla direttiva

Il Ministro Carlo Nordio ha sottolineato come l’Italia, con oltre 17 reati già esistenti per combattere i comportamenti illeciti dei pubblici funzionari, non avesse bisogno di un’ulteriore norma come quella dell’abuso d’ufficio. Secondo Nordio, le argomentazioni presentate hanno trovato ascolto e hanno contribuito a convincere gli altri Stati membri della necessità di rivedere la proposta iniziale. La decisione di escludere il delitto di abuso d’ufficio dalla direttiva è vista come un riconoscimento della solidità del sistema giuridico italiano, che già prevede strumenti adeguati per affrontare situazioni di corruzione e illeciti.

Le reazioni politiche e le implicazioni

Nordio ha espresso sorpresa per le affermazioni di alcuni esponenti dell’opposizione, in particolare di un giurista, che hanno cercato di distorcere la narrazione riguardante i lavori della commissione. È stato chiarito che la direttiva richiedeva agli Stati membri di identificare quali reati già presenti nei loro ordinamenti potessero soddisfare gli obiettivi di protezione della legalità. La rimozione dell’abuso d’ufficio come norma di default dell’UE ha aperto la strada a una maggiore flessibilità per i singoli Stati nel gestire la propria legislazione penale.

Con l’eliminazione dell’obbligo di reintrodurre l’articolo 323 del codice penale, il governo italiano ha ottenuto un importante successo diplomatico, dimostrando come le posizioni italiane possano influenzare le decisioni a livello europeo. Questo cambiamento non solo riflette la realtà giuridica italiana, ma offre anche una maggiore libertà ai vari Stati membri per definire le proprie politiche contro la corruzione, in base alle specificità del proprio ordinamento.

Le implicazioni di questa direttiva si estendono oltre il confine italiano, poiché gli Stati membri ora hanno la responsabilità di scegliere le norme più adatte a garantire la legalità nei loro contesti nazionali. La questione dell’abuso d’ufficio e la sua esclusione dall’ordinamento europeo potrebbero influenzare le future politiche anticorruzione e il modo in cui i reati vengono trattati in tutta l’Unione.

×