Una mappa delle cellule del melanoma per prevedere l’efficacia dell’immunoterapia

Veronica Robinson

Dicembre 4, 2025

Grazie alla mappatura dettagliata delle cellule immunitarie e delle loro interazioni nel melanoma, considerato il tumore cutaneo più aggressivo, è ora possibile prevedere la risposta all’immunoterapia. Questa è la principale scoperta emersa dallo studio denominato ‘Secombit’, presentato a Napoli il 15 marzo 2025, durante la XVI edizione del Melanoma Bridge e dell’XI edizione dell’Immunotherapy Bridge. La ricerca evidenzia le potenzialità derivanti dall’unione tra biologia spaziale e intelligenza artificiale, con l’obiettivo di personalizzare e rendere predittive le cure per il melanoma metastatico.

Analisi delle biopsie

L’analisi ha riguardato 42 biopsie pretrattamento di pazienti affetti da melanoma avanzato, utilizzando un pannello di immunofluorescenza multipla con 28 marcatori. Questa metodologia ha permesso di identificare la tipologia di cellule immunitarie presenti, la loro localizzazione all’interno del tessuto tumorale e le modalità di interazione tra di esse. I ricercatori, attraverso questa mappatura, sono riusciti a delineare con precisione la distribuzione cellulare nel microambiente tumorale e a correlare questi schemi con i risultati clinici, evidenziando configurazioni cellulari legate a risposte migliori o peggiori all’immunoterapia.

Importanza delle interazioni cellulari

Paolo Ascierto, professore di Oncologia all’Università Federico II di Napoli, presidente della Fondazione Melanoma Onlus e direttore dell’Unità di Oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, ha sottolineato l’importanza di considerare non solo la quantità di cellule, ma anche la loro posizione e le interazioni. “Questa prospettiva ‘spaziale’ è cruciale per comprendere le dynamiche immunitarie del tumore“, ha affermato Ascierto.

Combinazione di dati e intelligenza artificiale

Per raggiungere questi risultati, i ricercatori hanno combinato i dati spaziali con l’intelligenza artificiale. “L’IA è stata addestrata a riconoscere schemi cellulari e molecolari complessi, riuscendo così a collegare i dati istologici con gli esiti clinici“, ha spiegato Ascierto. “In sostanza, l’IA ha appreso a prevedere quali pazienti potrebbero trarre maggior beneficio dalle varie combinazioni terapeutiche“. Questo studio rappresenta un passo significativo verso una medicina di precisione realmente predittiva.

Benefici delle tecnologie avanzate

L’unione di queste tecnologie avanzate offre una comprensione più profonda delle dynamiche immunitarie del tumore e permette di anticipare i benefici derivanti dalle combinazioni terapeutiche.

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