Il dibattito sul sistema socio-sanitario in Italia si intensifica, con il presidente nazionale dell’Aias, Giulio Francesco Bagnale, che esprime preoccupazioni significative riguardo all’applicazione della legge 118 del 2022. Durante il congresso dell’Ugl Salute, tenutosi nel mese di marzo 2025, Bagnale ha messo in evidenza come le riforme attuali possano mettere a rischio la qualità dei servizi destinati alle persone fragili, tra cui disabili e anziani.
Il ruolo del sistema socio-sanitario
Bagnale ha affermato che il sistema socio-sanitario non può essere considerato un semplice comparto dell’economia di mercato. Secondo il presidente dell’Aias, questo settore è fondamentale per affrontare le fragilità della popolazione, e deve essere tutelato da una competizione che potrebbe compromettere la qualità dei servizi offerti. La sua posizione è chiara: “Se crediamo nella missione del sistema socio-sanitario, dobbiamo evitare che chi se ne occupa debba combattere in un ‘finto mercato'”. La preoccupazione principale è che la competizione porti a una riduzione dei costi dei servizi, a scapito delle professionalità e delle competenze necessarie per garantire un’assistenza adeguata.
La necessità di una sinergia con il Terzo Settore
Durante il congresso, Bagnale ha esortato le forze sindacali e le istituzioni a collaborare per garantire che i servizi socio-sanitari possano continuare a svolgere il loro ruolo di riequilibrio sociale. “Dobbiamo creare insieme le condizioni affinché i servizi possano mantenere e potenziare il loro impatto positivo”, ha dichiarato. La sua richiesta si inserisce in un contesto più ampio, dove la sinergia tra istituzioni e Terzo Settore è considerata cruciale per affrontare le sfide attuali.
Le implicazioni politiche della riforma
Bagnale ha poi sollevato interrogativi sulla sostenibilità degli investimenti nel settore, evidenziando che “chi farebbe investimenti in strutture e formazione del personale di fronte all’incertezza sul proprio futuro?”. La questione, secondo il presidente dell’Aias, è di natura politica. Con il governo attuale, l’Italia ha riconosciuto all’Unione Europea l’importanza del Terzo Settore, e quest’anno l’UE ha approvato i principi del nuovo codice italiano, sottolineando che il Terzo Settore non deve essere soggetto alle logiche di mercato.
La direttiva Bolkestein, inoltre, chiarisce che per i servizi sanitari e sociali, gli Stati membri non sono obbligati a seguire le regole del mercato. “Non era obbligatorio attrarre il settore socio-sanitario nell’arena delle gare d’appalto. Non ce lo chiede l’Europa; è una scelta politica, ed è una scelta sbagliata”, ha concluso Bagnale, evidenziando la necessità di una riconsiderazione delle politiche attuali per proteggere il sistema socio-sanitario italiano.
