Eseguita misura cautelare per un ex primario del Policlinico di Messina, sequestrati 60.000 euro

Veronica Robinson

Dicembre 5, 2025

I militari dell’Arma dei Carabinieri, insieme ai Finanzieri dei rispettivi Comandi Provinciali di Messina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, nei confronti di un ex Primario del Policlinico Universitario di Messina. Contestualmente, sono state adottate misure interdittive nei confronti di due sue collaboratrici, che non possono più esercitare la professione sanitaria.

Indagini coordinate dalla procura di messina

Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Messina, in particolare dal Dipartimento specializzato in reati contro la Pubblica Amministrazione. Queste attività investigative sono state delegate ai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina e ai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della stessa Procura. Le operazioni hanno incluso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre all’acquisizione di una vasta documentazione. Queste azioni hanno messo in luce numerosi comportamenti corruttivi e truffe aggravate ai danni dello Stato, verificatisi tra maggio 2024 e gennaio 2025. Le indagini hanno rivelato condotte illecite attribuibili all’allora dirigente dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Plastica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Martino di Messina.

Reati contestati e rapporti di fornitura

I reati contestati comprendono concussione, corruzione, induzione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato. Gli indagati, tra cui il Primario e i rappresentanti di varie aziende farmaceutiche, hanno intrattenuto rapporti di fornitura di prodotti medicali con il Policlinico Universitario di Messina. Il Primario, abusando della sua posizione, avrebbe influenzato il rinnovo degli appalti per la fornitura di prodotti medicali, ottenendo in cambio significativi contributi economici sotto forma di sponsorizzazioni e cene sociali, legate all’organizzazione di un congresso scientifico. Questo evento si è svolto lo scorso anno in una nota località turistica della provincia di Messina, e rientrava tra le iniziative di aggiornamento per i professionisti del settore.

Contributi economici e minacce ai fornitori

I contributi economici sono stati spesso ottenuti tramite semplici richieste, ma in alcuni casi anche attraverso minacce ai fornitori dell’Azienda Pubblica, promettendo facilitazioni nel rinnovo degli appalti o la cessazione degli stessi. Un’analisi della documentazione contabile della società organizzatrice del congresso ha rivelato che l’ammontare complessivo delle somme incassate a titolo di sponsorizzazioni e partecipazioni ha superato i 700.000 euro.

Accuse di truffa e violazioni

In aggiunta, il Primario è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato per aver alterato i sistemi di rilevazione delle presenze, attestando falsamente la propria presenza in servizio mentre si dedicava ad attività professionali private. Anche una dirigente medica, stretta collaboratrice del Primario, è stata denunciata per aver violato l’obbligo di esclusività, svolgendo attività sanitaria in ambienti esterni e ottenendo compensi indebiti.

Misure cautelari e sequestri preventivi

In diverse occasioni, il Primario ha consentito a un’ostetrica di esercitare abusivamente la professione di infermiera di sala operatoria in una clinica privata, dove è richiesta una specifica abilitazione. Data la gravità dei reati e i tentativi di inquinamento delle prove, il Giudice ha disposto gli arresti domiciliari per il Primario, al fine di interrompere qualsiasi contatto con la rete relazionale coinvolta. Le due collaboratrici hanno ricevuto un divieto di esercitare la professione sanitaria per un anno.

Oltre alle misure cautelari, sono stati effettuati due sequestri preventivi: uno di oltre 48.000 euro nei confronti del Primario, e l’altro di 9.700 euro nei confronti della dirigente medica, a titolo di proventi dei reati di corruzione e truffa aggravata ai danni della Pubblica Amministrazione.

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