Italiani in difficoltà economica, ma la tv rimane il mezzo preferito

Veronica Robinson

Dicembre 5, 2025

Un’analisi approfondita del 59mo Rapporto Censis, pubblicato il 5 dicembre 2025, mette in luce le difficoltà economiche e sociali che attanagliano l’Italia. Il documento rivela un paese in cui il ceto medio è sempre più impoverito, con una crescente sfiducia nei confronti della politica e una trasformazione radicale nei consumi culturali. I dati indicano che gli italiani spendono sempre meno per la cultura, preferendo esperienze che possano essere condivise sui social media, mentre la ricchezza si concentra nelle mani di pochi.

Un’italia in crisi economica

Il Rapporto Censis del 2025 offre un quadro preoccupante della situazione economica italiana. In 15 anni, la ricchezza delle famiglie è diminuita dell’8,5%, mentre il 48% della stessa è ora in possesso di sole 1,3 milioni di famiglie. La situazione è particolarmente critica per il ceto medio, che ha visto un drastico calo del proprio patrimonio. Secondo i dati, il 50% delle famiglie più povere ha subito una riduzione della propria ricchezza del 23,2%, mentre le famiglie situate tra il sesto e l’ottavo decile hanno visto il loro patrimonio ridotto tra il 24,3% e il 35,3%. Solo il 10% delle famiglie più ricche ha registrato un incremento della propria ricchezza, pari al 5,9%.

Nel gennaio 2025, il 60% della ricchezza nazionale è detenuto da 2,6 milioni di famiglie appartenenti al decimo decile. La situazione è allarmante: il 48% della ricchezza è in mano a un ristretto 5% delle famiglie più abbienti, mentre le 13 milioni di famiglie più povere hanno visto la propria quota di ricchezza scendere dall’8,7% del 2011 al 7,3% del 2025.

Il debito pubblico e la vulnerabilità economica

Il Rapporto Censis sottolinea anche l’aumento preoccupante del debito pubblico, che ha reso le economie avanzate, compresa quella italiana, più fragili. Tra il 2001 e il 2024, il debito pubblico nei Paesi del G7 è aumentato dal 75,1% al 124% del PIL. In Italia, il debito è passato dal 108,5% al 134,9%. Si prevede che nel 2030 il rapporto debito pubblico/PIL supererà il 137%, avvicinandosi ai livelli record raggiunti durante la pandemia. Questo scenario rappresenta una potenziale crisi per le finanze pubbliche, simile a quella vissuta in passato.

Paura per il futuro e incertezze sociali

Il Rapporto evidenzia un clima di paura tra gli italiani. Il 78,5% degli intervistati teme di non poter contare su servizi sanitari adeguati in caso di non autosufficienza. Allo stesso modo, il 72,3% è preoccupato per l’insufficienza degli aiuti statali in caso di eventi atmosferici estremi. Nonostante il 54,7% degli italiani sia disposto a destinare fino a 70 euro al mese per tutelarsi da queste eventualità, il 70% non ha ancora adottato misure concrete per proteggersi.

La maggior parte degli italiani sembra preferire soluzioni alternative, come il ricorso ai risparmi o la speranza di un aiuto pubblico, piuttosto che investire in polizze assicurative.

I cambiamenti nei consumi culturali

Un altro aspetto rilevante del Rapporto è la drastica riduzione della spesa per la cultura, calata del 34% negli ultimi 20 anni. Nel 2024, gli italiani hanno speso poco più di 12 miliardi di euro per la cultura, un importo significativamente inferiore rispetto a quanto investito in tecnologia e telecomunicazioni. La spesa per i quotidiani è diminuita del 48,3%, mentre quella per i libri è calata del 24,6%. Tuttavia, i consumi di beni e servizi culturali non sono diminuiti, anzi, sono aumentati rispettivamente del 14,2% e del 28,9%.

Il 45,5% degli italiani ha frequentato il cinema nell’ultimo anno, mentre il 33,6% ha visitato musei e mostre. Questo indica un cambiamento nelle preferenze culturali, con una crescente attenzione verso esperienze condivisibili online.

Consapevolezza sessuale e miti persistenti

Il Rapporto mostra anche un aumento della consapevolezza sessuale tra le donne italiane. Il 92,5% delle donne tra i 18 e i 60 anni ha avuto rapporti sessuali, e il 60,9% ha almeno un rapporto alla settimana. Tuttavia, persistono alcuni miti: il 16,6% delle donne e il 23,7% degli uomini credono erroneamente che sia impossibile rimanere incinta durante le mestruazioni.

La maggioranza delle donne attribuisce al sesso una funzione di piacere, con il 61,6% che considera il piacere come la funzione primaria del sesso, mentre solo il 1,9% lo vede principalmente come un atto procreativo.

Il dominio dei nuovi media

Infine, il Rapporto Censis del 2025 evidenzia il predominio dei nuovi media. Il 90,1% degli italiani utilizza internet e il 94,1% continua a seguire la televisione. Tuttavia, i quotidiani cartacei hanno raggiunto il minimo storico, con solo il 21,7% di lettori. I giovani, in particolare, si rivolgono sempre più a piattaforme come YouTube e Instagram per informarsi, mentre il telegiornale rimane il mezzo più seguito per le notizie.

Con questi dati, il Rapporto Censis del 2025 offre un’immagine chiara di un’Italia in difficoltà, alle prese con sfide economiche, sociali e culturali che richiedono attenzione e interventi mirati.

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