Offrivano finanziamenti e investimenti ad alto rendimento superiori a 100 milioni di euro

Rosita Ponti

Dicembre 5, 2025

I finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna hanno eseguito, il 15 marzo 2025, due provvedimenti cautelari nei confronti di tre individui accusati di truffa e abusivismo finanziario. Le misure hanno portato alla custodia cautelare in carcere per un soggetto proveniente dalla provincia di Treviso e agli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico, per due professionisti locali. Contestualmente, è stato disposto il sequestro dei profitti illeciti ottenuti attraverso le loro attività fraudolente.

Indagini avviate dalla procura

Le indagini sono state avviate dalla Procura della Repubblica di Ravenna e hanno preso spunto da diversi servizi giornalistici che denunciavano presunti raggiri perpetrati dai professionisti coinvolti. Questi ultimi gestivano un centro elaborazioni dati dedicato a pratiche fiscali e offrivano ai clienti soluzioni finanziarie per investimenti promettenti rendimenti elevati, principalmente in Romania.

Analisi approfondita delle vittime

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna ha condotto un’analisi approfondita, ascoltando le testimonianze delle numerose vittime e procedendo a perquisizioni sia nel centro di elaborazione dati che nelle abitazioni degli indagati. Le attività investigative, supportate da intercettazioni telefoniche e indagini finanziarie, hanno rivelato che gli indagati hanno sfruttato la fiducia dei clienti, molti dei quali si trovavano in difficoltà economica, per ottenere somme ingenti di denaro in modo fraudolento.

Promesse di profitti sostanziali

In alcune situazioni, i clienti venivano attratti con la promessa di profitti sostanziali attraverso finanziamenti a “fondo perduto” da parte di terzi, legati all’apertura di società estere e alla presentazione di progetti imprenditoriali. In altri casi, gli investimenti erano presentati come operazioni di finanza strutturata, promettendo rendimenti elevati grazie all’uso di “algoritmi” e alla circolazione di capitali attraverso vari Paesi prima di farli rientrare in Italia.

Rendimenti esorbitanti promessi

Le proposte fatte dagli indagati erano caratterizzate da rendimenti esorbitanti: per un investimento di 10.000 euro, era prospettata una rendita di 100.000 euro, mentre un investimento di 30.000 euro poteva generare profitti di 3 milioni di euro. Complessivamente, gli indagati hanno promesso ai clienti truffati rendimenti per oltre 100 milioni di euro, coinvolgendo 60 vittime e aprendo circa 50 società in Romania.

Versamenti iniziali e pratiche in Romania

Per raggiungere questi obiettivi, era sempre richiesto un versamento iniziale, che poteva arrivare fino a circa 40.000 euro, spesso in violazione delle normative antiriciclaggio e di monitoraggio fiscale. Alcuni clienti sono stati addirittura accompagnati in Romania per completare le pratiche necessarie alla creazione o all’acquisto di partecipazioni in società locali. Tuttavia, i risultati attesi tardavano ad arrivare, portando i clienti a richiedere la restituzione dei capitali investiti. Queste richieste venivano sistematicamente rinviate, con varie scuse, fino a giustificare i ritardi con l’intervento delle forze dell’ordine.

Conferma delle accuse di truffa

Le indagini hanno confermato le accuse di truffa e abusivismo finanziario, individuando responsabilità penali nei confronti dei tre soggetti e stimando il profitto illecito in circa un milione di euro.

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