Quattordici membri del clan Senese sono stati arrestati a Roma, accusati di gravi reati tra cui tentato omicidio, detenzione illecita di armi da sparo, tentato sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso e estorsione aggravata. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno rivelato il coinvolgimento del gruppo in due tentati omicidi avvenuti nella città nel corso dell’ultimo anno.
Accuse e dinamiche tra i clan
Le accuse contro i membri del clan non si limitano agli omicidi. Infatti, è emerso un tentativo di estorsione ai danni di un gioielliere romano, il quale si trovava già nel mirino del clan Di Lauro, noto per la sua attività nella provincia di Napoli. Questa situazione ha innescato una reazione violenta sia da parte del sodalizio campano che da parte di quello capitolino, guidato da Angelo Senese, fratello del più noto Michele Senese. La tensione culminata ha portato a una richiesta di “risarcimento” e a un tentativo di sequestro di persona.
Operazioni di perquisizione e sicurezza
Le operazioni di perquisizione sono iniziate alle otto del mattino e sono proseguite senza sosta, con gli agenti che hanno setacciato vari luoghi legati agli indagati per raccogliere ulteriori prove. La Dda ha sottolineato l’importanza di queste azioni, non solo per contrastare le attività criminose del clan Senese, ma anche per garantire la sicurezza dei cittadini romani, sempre più colpiti da episodi di violenza legati alla criminalità organizzata.
Dinamiche interne e monitoraggio della situazione
L’operazione ha messo in luce le dinamiche interne tra i clan mafiosi operanti a Roma e Napoli, evidenziando come le alleanze e i conflitti tra gruppi rivali possano sfociare in atti di violenza e intimidazione. Le autorità continuano a monitorare la situazione, consapevoli che l’attività mafiosa rappresenta una minaccia costante per la legalità e la sicurezza pubblica.
