Sextortion: l’estorsione sessuale in aumento tra i minori maschi e femmine

Veronica Robinson

Dicembre 5, 2025

La Polizia Postale ha registrato un notevole aumento delle richieste di assistenza da parte di giovani contattati tramite profili social di apparenti coetanei che richiedono immagini sessuali, minacciando di diffonderle online in cambio di denaro. Questo fenomeno, noto come sextortion, rappresenta una delle modalità più insidiose utilizzate dalle organizzazioni criminali per estorcere denaro a soggetti vulnerabili, in particolare ai minori, a livello globale. Nel 2024, il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) ha documentato 114 casi trattati, con l’84% delle vittime di sesso maschile e solo il 16% di sesso femminile.

Tuttavia, questi dati rappresentano solo una frazione del problema. La maggior parte delle vittime, per vergogna e paura di essere giudicate da amici e familiari, preferisce non denunciare e cede al ricatto, pagando le somme richieste dai truffatori. Questo silenzio permette ai criminali, spesso organizzati in vere e proprie associazioni, di operare indisturbati nel web.

Se ti sei trovato coinvolto in una situazione del genere, è fondamentale comprendere che non sei responsabile e che chiedere aiuto non è motivo di vergogna. È il primo passo per liberarti dalla trappola.

Come difendersi dalla sextortion: la guida della Polizia Postale

La Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, in collaborazione con Skuola.net, ha redatto una guida per aiutare i giovani a difendersi, basata sui consigli di Giancarlo Gennaro, vice questore aggiunto e responsabile del C.N.C.P.O., e Roberta Mestichella, responsabile delle relazioni esterne della Polizia Postale. Entrambi sono intervenuti nel vodcast #Screenshot di Skuola.net.

Il primo contatto: un innocuo DM

Il processo di sextortion spesso inizia con un messaggio diretto su piattaforme come Instagram o una reazione a una storia social. Può sembrare un semplice “ciao”, un complimento o una curiosità condivisa, senza destare sospetti. Questo primo contatto è il punto di partenza di un percorso costruito con attenzione dai truffatori.

Costruire la fiducia

I truffatori si presentano come coetanei, mostrando interessi comuni e condividendo contenuti attraenti per guadagnarsi la fiducia della vittima. Le conversazioni sono ricche di battute, complimenti e confidenze, creando un legame emotivo che abbassa le difese della vittima. Più la comunicazione si protrae, maggiore è la probabilità che la vittima si affezioni e abbassi la guardia.

Identificare le vulnerabilità

Durante le conversazioni, i truffatori analizzano le emozioni e le insicurezze della vittima, utilizzando queste informazioni per creare un senso di intimità e sicurezza. Quando la fiducia è ormai consolidata, si propone lo scambio di contenuti espliciti. Questo inganno si sviluppa nel tempo, basato sulla manipolazione emotiva e sulla fiducia costruita.

Quando la prudenza svanisce, il ricatto può iniziare. Pensare che “non capiterà a me” è un errore comune che porta molti a cadere nella trappola. Le segnalazioni alla Polizia Postale evidenziano un copione ricorrente: una foto intima inviata diventa rapidamente uno strumento di ricatto.

Il ciclo del pagamento

Gli estorsori cercano vittime disposte a pagare. Chi cede una volta si trova frequentemente a fronteggiare nuove richieste, sempre più alte e insistenti. Pagare non risolve la situazione, ma la prolunga. Interrompere il ricatto fin dall’inizio è fondamentale per privare il truffatore del suo potere.

Segnalare immediatamente

Il panico spinge molti a cancellare chat e profili, un errore grave. Senza prove, l’indagine diventa complicata. Messaggi, nickname, date e URL sono essenziali per ricostruire la catena di contatti. Anche strumenti di pagamento possono fornire indizi utili per identificare i responsabili.

Primo passo: contattare il Commissariato di PS Online

Le segnalazioni possono essere effettuate tramite il portale commissariatodips.it, dove gli operatori forniscono assistenza personalizzata. Sebbene non sostituisca una denuncia, offre indicazioni chiare su come procedere. È importante sapere che i minorenni dai 14 anni possono presentare denuncia autonomamente presso un ufficio di polizia.

Parlare con i genitori

Chi subisce sextortion spesso si sente solo. Gli agenti della Polizia Postale notano che molti giovani credono di essere gli unici a essere stati ingannati. I dati, invece, mostrano un fenomeno diffuso che coinvolge ragazzi e ragazze di ogni età. Riconoscere questa realtà è cruciale per affrontare il ricatto: parlarne con una persona fidata riduce il potere del ricattatore e facilita la richiesta di aiuto.

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