La prima della Scala rappresenta un evento di grande richiamo, un mix di musica, glamour e l’arte di osservare e farsi osservare. Questo appuntamento annuale segna l’inizio della stagione operistica del Teatro alla Scala di Milano, una tradizione che ha preso avvio il 7 dicembre 1951. In quell’occasione, il direttore d’orchestra Victor de Sabata decise di collegare l’inaugurazione al giorno di Sant’Ambrogio, il santo patrono della città, creando così un legame indissolubile tra Milano e il suo teatro. La serata di apertura fu caratterizzata dalla rappresentazione dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, un evento che segnò anche il debutto di Maria Callas, dando inizio alla sua consacrazione come diva.
Un rito culturale e mondano
Da quel lontano 1951, la prima di dicembre è divenuta un rito non solo culturale, ma anche mondano, attirando l’attenzione di personaggi influenti e appassionati di gossip. Ogni anno, il Teatro alla Scala si trasforma in una vetrina di moda, dove il pubblico può ammirare gli abiti più eleganti e le tendenze del momento. Nel 1954 si tenne un concorso di bellezza, mentre nel 1966 la prima minigonna fece la sua comparsa, segnando un cambiamento nei costumi. Tuttavia, la prima della Scala non è stata solo un palcoscenico per la bellezza e il glamour, ma anche un megafono per le contestazioni sociali.
Nel 1968, in una manifestazione che rimase impressa nella memoria collettiva, Mario Capanna e un gruppo di studenti lanciarono uova e vernice rossa contro pellicce e smoking in piazza della Scala, esprimendo il loro dissenso con il grido «Ricchi! Godete! Sarà l’ultima volta!». Questo gesto fu una risposta alla violenta repressione di una protesta di braccianti a Avola, sottolineando il legame tra arte e impegno sociale.
Le contestazioni nel tempo
Negli anni successivi, la prima della Scala continuò a essere un palcoscenico per le contestazioni. Negli anni ’80 e ’90, il movimento animalista si fece sentire, con Marina Ripa di Meana che, con un gesto simbolico, si scrisse “no alle pellicce” sul seno nudo. La crisi economica del 2012 portò a nuove manifestazioni, con i centri sociali che protestarono in piazza contro i tagli del governo Monti. Nel 2022, fu la volta degli ambientalisti, che si unirono per esprimere il loro dissenso riguardo alle politiche ambientali.
L’anno scorso, la situazione raggiunse un nuovo culmine quando un gruppo di attivisti decise di cospargere il tappeto rosso con letame, in segno di protesta contro la guerra e in favore della sicurezza. Questo evento si svolse a pochi metri dal teatro, ma, nonostante l’atto provocatorio, il Teatro alla Scala fu ripulito in tempo per accogliere gli ospiti della prima. Ogni edizione di questo evento non è solo una celebrazione della musica, ma anche un riflesso delle dinamiche sociali e culturali che attraversano il nostro tempo.
