Il Teatro alla Scala di Milano si prepara ad accogliere il suo pubblico oggi, 7 dicembre 2025, per la tradizionale prima in occasione della Festa di Sant’Ambrogio. Quest’anno, sul palcoscenico del prestigioso teatro, andrà in scena un’opera di grande importanza storica e musicale: “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, composta da Dmitrij Šostakovič. La direzione musicale è affidata al Maestro Riccardo Chailly, che segna con questo evento la sua ultima inaugurazione come Direttore Musicale della Scala. La regia è curata da Vasily Barkhatov. La scelta di questo titolo, che fu oggetto di severa censura da parte del regime sovietico, rappresenta un gesto di riabilitazione storica e artistica.
La decisione di aprire la stagione
La decisione di aprire la stagione con quest’opera non è casuale, poiché coincide con il cinquantesimo anniversario della morte di Dmitrij Šostakovič, avvenuta nel 1975. Presentare la versione originale del 1934 è un tributo a un grande maestro del Novecento, come sottolineato dallo stesso Chailly, che considera quest’opera una delle più significative della storia della musica. La Scala, attraverso questa rappresentazione, rende omaggio a un compositore che ha affrontato la repressione e ha esplorato temi universali come la condizione femminile, la disperazione e la lotta contro l’oppressione, elementi che risuonano fortemente con le problematiche contemporanee. Pur mantenendo il rito solenne della Prima, il teatro si distingue per un linguaggio musicale audace e dissonante, confermando il suo legame con la grande cultura russa.
La condanna di Stalin: l’articolo “Caos invece di musica”
Il valore storico di quest’opera è accentuato dalla sua condanna da parte del regime di Iosif Stalin. Dopo un avvio promettente, il 28 gennaio 1936, la Pravda, giornale ufficiale del Partito Comunista, pubblicò un editoriale anonimo, attribuito a Stalin, intitolato “Caos invece di musica”. Questo articolo attaccava duramente l’opera, definendola volgare e cacofonica, etichettandola come “formalista” e “piccolo-borghese”, accusando Šostakovič di allontanarsi dal realismo socialista richiesto. L’attacco portò alla rimozione immediata dell’opera dai cartelloni sovietici, che restò esclusa per quasi trent’anni, costringendo il compositore a rifugiarsi in un periodo di isolamento e paura, limitandosi a creare opere strumentali o di regime nel tentativo di riabilitarsi. Solo nel 1962 l’opera tornò in scena in una versione riveduta.
Passione, delitto e punizione
L’opera, suddivisa in quattro atti, trae ispirazione da una novella del 1865 scritta da Nikolaj Leskov. La protagonista, Katerina L’vovna Izmajlova, è una giovane donna intrappolata in un matrimonio infelice con il mercante inetto Zinovij. Sotto la costante pressione del suocero Boris Timofeevič, che la rimprovera per non aver partorito un erede, Katerina cerca una via di fuga nella passione con Sergej, un operaio. La sua ricerca di libertà la conduce a compiere atti estremi: prima avvelena il suocero e poi uccide il marito al suo ritorno. Dopo aver sposato Sergej, la coppia deve affrontare le conseguenze del loro segreto, culminando nella loro condanna alla deportazione in Siberia. Durante il viaggio, Sergej tradisce Katerina con un’altra prigioniera, Sonetka. In preda alla disperazione e al senso di colpa per i suoi crimini, Katerina trascina Sonetka in un fiume gelato, annegandola mentre il convoglio prosegue.
Il cast e l’attesa per la prima
L’inaugurazione della stagione alla Scala è un evento di grande risonanza sociale e mediatica. Quest’anno, oltre alla diretta televisiva, il progetto “Prima Diffusa” porterà l’opera in diverse sedi di Milano. Il cast, composto da artisti di fama internazionale, è guidato dalla direzione del Maestro Riccardo Chailly. Il ruolo di Katerina L’vovna Izmajlova è interpretato dal soprano statunitense Sara Jakubiak, che affronta una delle parti più complesse del repertorio contemporaneo. Accanto a lei, Najmiddin Mavlyanov veste i panni di Sergej, mentre il suocero Boris è interpretato dal basso Alexander Roslavets e il marito Zinovij dal tenore Yevgeny Akimov. Questo evento rappresenta un significativo incontro tra la tradizione operistica e le attualità politiche e sociali.
L’ultima di Riccardo Chailly
L’apertura della stagione lirica 2025/2026 del 7 dicembre segna anche l’ultima direzione del Maestro Riccardo Chailly come Direttore Musicale della Prima della Scala, un ruolo che ha ricoperto dal 2015. In questo decennio, Chailly ha saputo bilanciare il repertorio classico di Verdi e Puccini con opere audaci del Novecento. La stagione 2026/2027 vedrà subentrare come nuovo Direttore Musicale il sudcoreano Myung-Whun Chung, un direttore d’orchestra di grande prestigio, noto per la sua lunga collaborazione con il Teatro alla Scala e la Filarmonica della Scala, che nel 2023 lo ha nominato Direttore Emerito. Chung sarà il primo direttore musicale asiatico nella storia del teatro, portando una nuova prospettiva alla tradizione operistica milanese.
