La stagione influenzale del 2025 ha raggiunto un picco significativo in Italia. Dati recenti forniti dal sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità indicano che, nell’ultima settimana, circa 585 mila italiani hanno dovuto affrontare infezioni respiratorie, tra cui l’influenza. Questo corrisponde a un’incidenza di 10,4 casi ogni 1.000 cittadini, evidenziando un incremento dell’11% rispetto alla settimana precedente, quando l’incidenza era di 8,96 casi ogni 1.000.
Infezioni stimate in aumento
Il numero complessivo delle infezioni stimate dall’inizio della stagione ha raggiunto i 3,3 milioni. I dati mostrano che i bambini sotto i 4 anni sono i più colpiti, con un’incidenza di 33 casi ogni 1.000, che è tre volte superiore alla media. Nella fascia d’età compresa tra i 5 e i 14 anni, l’incidenza è di 13 casi ogni 1.000, mentre per i giovani adulti tra i 15 e i 24 anni si registra un’incidenza di 10,9 casi ogni 1.000. Per gli adulti tra i 25 e i 44 anni, l’incidenza è di 11,5 casi, scendendo a 9,5 casi per la fascia 45-64 anni e a 5,5 casi per gli over 65.
Distribuzione regionale dell’incidenza
A livello regionale, la Sardegna ha registrato l’incidenza più alta, con 13,08 casi per 1.000 abitanti, seguita dalla Campania con 11,96 e dalla Lombardia con 11,66. Nonostante ciò, in tutte le regioni si osservano livelli di intensità bassi, e in quattro di esse – Liguria, Molise, provincia di Trento e Umbria – la stagione influenzale non è praticamente iniziata, con i casi che si mantengono a un livello basale. L’Istituto Superiore di Sanità ha confermato che il trend attuale è quello atteso per questo periodo dell’anno.
Virus influenzali in aumento
La settimana scorsa ha visto un incremento della presenza di virus influenzali, responsabili di un numero crescente di infezioni. Dall’analisi di 2.088 campioni da parte dei laboratori collegati all’Iss, il 20,3% (equivalente a 423 campioni) è risultato positivo ai virus influenzali, quasi tutti di tipo A. In particolare, la percentuale di virus A/H3N2 è in costante aumento, superando quella dei virus A/H1N1.
Covid-19 e altre infezioni respiratorie
La presenza del Covid-19 si mantiene bassa, con solo 83 campioni (il 4%) risultati positivi al SarsCoV2, mentre 51 campioni (il 2%) sono risultati positivi al Virus Respiratorio Sinciziale. Tra gli altri virus respiratori, i più comuni sono stati il Rhinovirus e i virus parainfluenzali. Non sono stati segnalati casi di influenza aviaria nell’uomo.
Mutazioni nei virus influenzali
Cresce l’attenzione riguardo a una variante dei virus influenzali, caratterizzata da una mutazione genetica (S247N della neuroamidasi) che potrebbe compromettere l’efficacia del farmaco antivirale oseltamivir. Uno studio condotto dall’istituto di ricerca Vall d’Hebron di Barcellona e pubblicato sulla rivista dell’European Centre for Disease Prevention and Control ha rivelato che in Catalogna, l’11,8% dei campioni di virus influenzali di tipo A/H1N1 presenta questa mutazione, la quale, se combinata con altre alterazioni, potrebbe rendere il virus completamente resistente agli antivirali. Questo scenario ha spinto i ricercatori a richiedere un rafforzamento della sorveglianza sull’evoluzione dei ceppi di virus influenzali A/H1N1.
