La situazione in Ucraina si fa sempre più critica a causa degli attacchi russi che hanno messo a dura prova le infrastrutture energetiche del Paese. Secondo quanto dichiarato dal responsabile della rete elettrica ucraina, il Paese sta affrontando blackout che possono durare fino a 16 ore al giorno, con interruzioni che variano tra 8 e 12 ore, a causa dei bombardamenti su impianti strategici. La riparazione delle strutture danneggiate dai missili e dai droni di Mosca potrebbe richiedere settimane, lasciando milioni di cittadini in condizioni precarie.
Il sindaco di Kremenčuk, una città situata a sudest di Kiev, ha segnalato che alcune aree sono rimaste senza acqua e riscaldamento. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato che gli attacchi mirati agli impianti energetici hanno come obiettivo quello di infliggere sofferenze alla popolazione. Zelensky ha quindi esortato la comunità internazionale a esercitare maggiore pressione sul Cremlino per fermare questa aggressione.
Interruzioni alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Il 2025 segna un altro capitolo preoccupante per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che per l’undicesima volta dall’inizio del conflitto ha subito un’interruzione temporanea dell’alimentazione elettrica esterna. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha comunicato che, oltre alla centrale di Zaporizhzhia, è stata lanciata un’allerta anche per Chernobyl. Recenti ispezioni hanno rivelato che l’attacco russo avvenuto a febbraio ha danneggiato la cupola protettiva del reattore, sebbene non siano state riscontrate fughe radioattive. Tuttavia, è necessario un intervento tempestivo per garantire la sicurezza della struttura.
Il direttore dell’AIEA, Rafael Grossi, ha rinnovato il suo appello per una maggiore moderazione militare nella regione, sottolineando che il rischio di un incidente è concreto e non può essere sottovalutato. La situazione rimane tesa e la comunità internazionale osserva con apprensione gli sviluppi, mentre le autorità ucraine continuano a lavorare per garantire la sicurezza e il benessere della popolazione in un contesto di guerra e instabilità.