Un detenuto evade dal carcere calandosi con delle lenzuola dopo aver segato le sbarre della finestra

Veronica Robinson

Dicembre 7, 2025

Nella notte del 12 gennaio 2025, un detenuto di origini albanesi di 41 anni è riuscito a evadere dalla Casa di Reclusione di Milano Opera, un episodio che ha suscitato preoccupazione e indignazione. L’uomo, la cui condanna è prevista fino a ottobre 2048, ha utilizzato un metodo tradizionale per la fuga: ha segato le sbarre della finestra e si è calato con delle lenzuola annodate. Le modalità con cui ha superato la cinta muraria rimangono ancora poco chiare, così come la possibilità di eventuali complicità esterne. Questo incidente si aggiunge a una lunga lista di problematiche che affliggono il sistema penitenziario italiano, evidenziando un fallimento delle politiche adottate negli ultimi 25 anni, come sottolineato da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Le ricerche dell’evaso e le preoccupazioni sulla sicurezza

Le autorità competenti, tra cui la Polizia penitenziaria e le altre forze dell’ordine, sono attualmente impegnate nella ricerca del detenuto evaso. De Fazio ha espresso fiducia nel Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria e nelle sue articolazioni territoriali, auspicando che possano risolvere rapidamente la situazione. Tuttavia, il segretario della Uilpa ha messo in evidenza la necessità di affrontare le problematiche strutturali del sistema carcerario, piuttosto che limitarsi a tappare le falle senza un piano concreto e duraturo. La situazione attuale, secondo De Fazio, richiede un intervento significativo e non può essere gestita con misure temporanee.

Il sovraffollamento e le condizioni di vita nel carcere di Milano Opera

La Casa di Reclusione di Milano Opera è attualmente in una condizione critica, con 1.338 detenuti a fronte di soli 918 posti disponibili, portando a un sovraffollamento del 153%. Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di personale: solo 533 agenti sono attualmente in servizio, mentre il fabbisogno minimo sarebbe di 811. Le condizioni di lavoro degli operatori del Corpo di polizia penitenziaria sono estremamente difficili, con turni di lavoro che si estendono oltre la durata prevista e una compressione dei diritti dei lavoratori. A livello nazionale, il numero totale di detenuti ammonta a 63.690, mentre i posti disponibili sono solo 46.199, con una mancanza di 20.000 agenti nelle carceri.

Richieste di riforma e miglioramento delle strutture carcerarie

De Fazio ha ribadito l’urgenza di adottare misure concrete per affrontare il problema del sovraffollamento e migliorare le condizioni all’interno delle carceri. È fondamentale potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali coinvolte, ammodernare le strutture penitenziarie, che continuano a deteriorarsi, e implementare tecnologie e equipaggiamenti adeguati. È necessario garantire anche un’adeguata assistenza sanitaria ai detenuti e avviare riforme complessive che possano realmente trasformare il sistema penitenziario italiano. La situazione attuale, se non affrontata con serietà, rischia di compromettere non solo la sicurezza all’interno delle carceri, ma anche il rispetto dei diritti umani fondamentali.

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