Tac al gatto in ospedale: radiologo rischia processo per negligenza

Veronica Robinson

Dicembre 8, 2025

Il dottor Gianluca Fanelli, responsabile del reparto di Radiologia cardiovascolare e interventistica presso l’ospedale Parini di Aosta, si prepara ad affrontare un processo per presunti abusi professionali. L’accusa nei suoi confronti è di indebita appropriazione di beni e di esercizio abusivo della professione veterinaria. Questo caso risale al 20 gennaio 2025, quando il medico avrebbe utilizzato la strumentazione ospedaliera per effettuare esami sulla sua gatta, Athena, che era caduta dal sesto piano.

Le accuse e le indagini

Secondo quanto emerso dalle indagini, il dottor Fanelli avrebbe fatto ritardare gli esami di due pazienti al pronto soccorso per dedicarsi alla sua gatta. Questo comportamento ha sollevato interrogativi sulla gestione del tempo e delle risorse all’interno dell’ospedale. Il medico, marito della senatrice Nicoletta Spelgatti, è accusato di aver abusato della sua posizione per ottenere vantaggi personali. Insieme a lui, sono coinvolti Massimiliano Natrella, primario di Radiologia, e Giulia Sammaritani, tecnica di laboratorio. Natrella è accusato delle stesse infrazioni di Fanelli, mentre Sammaritani deve rispondere di favoreggiamento, poiché presente durante gli esami.

Il processo e le udienze

Il 27 gennaio 2025, il tribunale di Aosta si riunirà per l’udienza preliminare, durante la quale il giudice dovrà decidere se prosciogliere o rinviare a giudizio i tre indagati. La situazione è delicata e suscita un ampio interesse mediatico, non solo per il coinvolgimento di un medico di alto profilo, ma anche per le implicazioni etiche legate all’uso delle risorse sanitarie. Le indagini hanno rivelato che le immagini dell’esame effettuato sulla gatta sono state successivamente cancellate, un fatto che potrebbe complicare ulteriormente la posizione di Fanelli e dei suoi collaboratori.

Le dichiarazioni del dottor Fanelli

In merito alla situazione, il dottor Fanelli ha dichiarato di non essere mai pentito delle sue azioni, affermando: “Non mi sarei perdonato se Athena fosse morta”. Queste parole evidenziano il forte legame affettivo che il medico ha con il suo animale e la sua determinazione nel voler garantire le migliori cure possibili, anche se ciò ha portato a scelte discutibili. La vicenda continua a svilupparsi e l’attenzione rimane alta, con la comunità locale che attende di conoscere gli sviluppi del caso e le decisioni del tribunale.

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