Tumori: i radiologi della Sirm propongono mammografia a 45 anni e counseling genetico in tutte le Regioni

Rosita Ponti

Dicembre 9, 2025

La presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, Nicoletta Gandolfo, ha sollevato un’importante preoccupazione riguardo all’aumento dei casi di cancro al seno tra le donne sotto i 40 anni. Durante il recente Congresso della Società dei Radiologi del Nord America, tenutosi a Chicago, sono stati presentati studi che evidenziano come fattori di rischio quali obesità e fumo possano contribuire a questa allarmante tendenza.

Il quadro attuale della diagnosi precoce

Il dottor Gandolfo ha fatto notare che in varie Regioni italiane la mammografia è gratuita solo per le donne a partire dai 45 anni, mentre in altre il limite è fissato a 49 anni. Tuttavia, un’indagine condotta su un campione di 11 anni in sette strutture del Dipartimento di New York ha rivelato che il 20-24% dei tumori al seno diagnosticati colpisce donne di età compresa tra i 18 e i 40 anni. “La nostra delegazione era presente a Chicago per seguire questa presentazione e le implicazioni sono significative”, ha affermato Gandolfo.

In Italia, la situazione non è dissimile. Circa il 20% dei casi di carcinoma mammario, corrispondente a circa 11.000 diagnosi, riguarda donne sotto i 40 anni. Questo dato ha mostrato un incremento quasi raddoppiato negli ultimi trent’anni. Le cause di questo aumento non sono completamente chiare, ma si ipotizza che siano legate a fattori di rischio come l’obesità, il consumo di alcol e il fumo, oltre a fattori ormonali dovuti a cambiamenti negli stili di vita, come gravidanze tardive e un numero ridotto di figli.

Proposte per affrontare il problema

Gandolfo ha sottolineato l’importanza di abbassare l’età per l’accesso alla mammografia. “È fondamentale uniformare l’inizio dello screening mammografico a 45 anni in tutte le Regioni italiane”, ha dichiarato Luca Brunese, presidente eletto della SIRM. La recente allocazione di risorse da parte del Ministro della Salute per ampliare la fascia d’età per lo screening del tumore al seno e del colon retto è stata accolta positivamente.

In aggiunta, è essenziale avviare campagne informative per aumentare la percentuale di adesione agli screening, che attualmente risulta ancora troppo bassa. “Educare le donne riguardo all’importanza della diagnosi precoce è cruciale, poiché individuare un tumore nelle fasi iniziali può significativamente aumentare le possibilità di guarigione”, ha spiegato Brunese.

La presidente Gandolfo ha anche evidenziato il ruolo dei medici di medicina generale, che possono indirizzare le donne verso gli esami necessari, specialmente nelle Regioni del Sud Italia. È fondamentale identificare le forme ereditarie di cancro al seno, considerando che il 5-10% dei casi ha una componente familiare. Per queste donne, la consulenza genetica è indispensabile per pianificare strategie di prevenzione e trattamenti mirati.

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