La recente decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha portato a sanzioni significative nei confronti di Sky Italia, ammontanti a oltre 4 milioni di euro. Le motivazioni che hanno spinto l’Antitrust a prendere tale misura riguardano tre pratiche commerciali considerate scorrette. Queste pratiche hanno sollevato preoccupazioni per la loro ingannevolezza e per la mancanza di trasparenza nei confronti dei consumatori.
Le pratiche commerciali contestate
L’Autorità ha evidenziato diverse problematiche legate alla comunicazione di Sky Italia, in particolare riguardo all’aumento dei costi degli abbonamenti ai servizi TV. Tra i punti critici, vi è l’applicazione di tali aumenti a offerte di Now TV, dove il claim “finché non disdici” ha indotto i clienti a credere che queste offerte fossero esenti da aumenti. Un’altra pratica contestata è stata la presentazione di offerte vantaggiose, destinate a mantenere i clienti, attraverso l’attivazione di pacchetti TV aggiuntivi e servizi come Sky Wi-Fi. Tuttavia, le condizioni promesse sono risultate spesso disattese, creando confusione e malcontento tra gli utenti.
La reazione di Sky Italia
Sky Italia ha prontamente risposto a questa sanzione, esprimendo sorpresa per la decisione dell’Autorità. La società ha sottolineato di aver implementato misure per migliorare la trasparenza e mettere i clienti al centro delle proprie operazioni. In un comunicato, Sky ha affermato di rimanere convinta della correttezza delle proprie pratiche commerciali e ha annunciato che valuterà le azioni necessarie per difendere la propria posizione nelle sedi opportune. Questo chiarimento da parte della società mette in evidenza il contrasto tra le pratiche commerciali contestate e la loro percezione interna della correttezza.
Le opinioni dei consumatori
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha accolto con favore la decisione dell’Autorità, ma ha sottolineato che non è sufficiente. Dona ha denunciato pratiche consolidate da parte di molte aziende che comunicano modifiche contrattuali e aumenti di prezzo in modo poco visibile, spesso durante i mesi estivi, quando i consumatori sono in ferie. Ha quindi sollecitato l’adozione di regole più severe, sia da parte delle autorità competenti sia da parte del legislatore, per garantire una maggiore protezione dei consumatori.
Dona ha proposto che per ogni variazione unilaterale delle condizioni contrattuali e per ogni rinnovo che comporti un aumento di prezzo, sia necessario un consenso espresso da parte del cliente. Ha chiesto di eliminare il principio del silenzio assenso e di garantire una comunicazione chiara e specifica al cliente, accompagnata dalla conferma della lettura delle nuove condizioni. Queste richieste evidenziano l’esigenza di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende nei confronti dei consumatori, per evitare pratiche ingannevoli e garantire un mercato più equo.
