Intestino sano e giovane: metodi per rallentare l’invecchiamento e prevenire i tumori

Veronica Robinson

Dicembre 10, 2025

Un gruppo di scienziati dell’Università di Torino e del Leibniz Institute on Aging ha recentemente pubblicato risultati significativi riguardanti i meccanismi di invecchiamento dell’intestino, con implicazioni dirette sul rischio di tumore del colon e sulla capacità rigenerativa del tessuto. Le scoperte, rese note il 10 dicembre 2025, offrono nuove prospettive per affrontare queste sfide sanitarie.

Meccanismi dell’invecchiamento intestinale

Il team di ricerca, guidato dal professor Francesco Neri, ha approfondito i cambiamenti epigenetici e proteomici che avvengono nelle cellule staminali intestinali durante il processo di invecchiamento. Questi cambiamenti sono stati identificati come fattori chiave che aumentano il rischio di sviluppare tumori del colon e compromettono la capacità rigenerativa del tessuto, fenomeni comuni nelle persone anziane. Attraverso pubblicazioni su riviste scientifiche di prestigio come Nature Aging e Nature Cell Biology, il gruppo ha messo in evidenza come alterazioni nel metabolismo del ferro e stati di infiammazione cronica possano influenzare negativamente la salute intestinale.

Una delle innovazioni principali dello studio è l’introduzione del termine Acca drift, che descrive un fenomeno di invecchiamento epigenetico caratterizzato da un accumulo di ipermetilazioni del DNA nelle cellule staminali intestinali. Questo processo porta al silenziamento di geni cruciali per la segnalazione Wnt, essenziale per mantenere l’equilibrio del tessuto intestinale. Di conseguenza, si crea un mosaico di cripte intestinali che presentano età diverse, con il rischio che alcune di esse possano evolvere in lesioni tumorali.

Capacità rigenerativa dell’intestino

Un secondo studio ha analizzato la capacità rigenerativa dell’intestino, concentrandosi sui topi anziani e su come la riparazione del tessuto venga compromessa in questi animali. I ricercatori hanno osservato che, in seguito a un danno, gli intestini dei topi anziani mostrano un’attivazione ritardata nella produzione di poliammine, molecole fondamentali per la crescita cellulare. Stimolando precocemente questo metabolismo attraverso approcci come la restrizione calorica seguita da rialimentazione, è stato possibile migliorare la capacità rigenerativa dell’epitelio intestinale.

Questi risultati dimostrano che anche i tessuti anziani possiedono un potenziale di autoguarigione che può essere attivato mediante interventi specifici e mirati.

Nuove opportunità e sviluppi futuri

Le scoperte emerse da queste ricerche offrono un messaggio cruciale: l’invecchiamento dell’intestino non è un processo ineluttabile. Comprendere le interazioni tra ferro, infiammazione e poliammine apre nuove opportunità per prevenire o rallentare l’invecchiamento intestinale, riducendo il rischio di tumore del colon e migliorando la guarigione dopo trattamenti come chemioterapia o interventi chirurgici negli anziani.

Massimo Segre, presidente della Fondazione Ricerca Molinette, ha evidenziato l’importanza di queste ricerche nel promuovere nuove strategie di prevenzione e cura per le malattie legate all’invecchiamento. Anche il professor Emilio Hirsch, direttore scientifico della stessa fondazione, ha sottolineato il valore della collaborazione tra l’Università di Torino e il Leibniz Institute, che ha portato a risultati significativi grazie al supporto di enti come Airc e Ricerca Molinette.

Le scoperte di questo team non solo avanzano la comprensione dell’invecchiamento intestinale, ma pongono anche le basi per sviluppare strategie pratiche per migliorare la salute della popolazione anziana.

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