Sudan: oltre 5 milioni di bambini costretti a lasciare le loro case

Veronica Robinson

Dicembre 10, 2025

Mentre il Sudan continua a vivere una delle crisi umanitarie più gravi a livello globale, con un aumento esponenziale del conflitto, della fame e dello sfollamento, la Direttrice Generale dell’UNICEF, Catherine Russell, ha sottolineato l’urgenza di un intervento per proteggere i bambini e garantire i servizi essenziali. Questa richiesta è stata avanzata durante la sua recente visita nel Paese, dove la situazione è diventata sempre più allarmante.

Situazione attuale in Sudan

Nel Sudan, attualmente si stima che circa 10 milioni di persone siano sfollate, di cui la metà sono bambini. Oltre 30 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria. Le zone assediate, come quelle del Darfur e del Kordofan, vedono i bambini in condizioni di estrema vulnerabilità, con l’accesso a cibo, acqua e cure mediche praticamente bloccato. La situazione è resa ancora più critica dalla violenza incessante che caratterizza il contesto attuale.

Appello di Catherine Russell

Catherine Russell ha dichiarato: “I bambini in Sudan vivono in una situazione di violenza, fame e paura incessanti. Le donne e le ragazze stanno subendo il peso maggiore della crisi, con livelli inaccettabili di violenza sessuale. Hanno bisogno di protezione, servizi e solidarietà globale”. Durante la sua missione a Kassala, ha avuto l’opportunità di incontrare donne e ragazze adolescenti che ricevono supporto psicosociale e formazione professionale in un centro sostenuto dall’UNICEF. Molte di queste giovani hanno trovato rifugio dopo aver fuggito la violenza, ma l’assistenza è limitata in molte aree, specialmente negli Stati del Darfur e del Kordofan, dove l’insicurezza persiste.

La storia di Nahed

Russell ha condiviso la storia di Nahed, una ragazza di 16 anni che ha vissuto l’inizio del conflitto mentre si trovava a Khartoum per festeggiare l’Eid con la sua famiglia. La sua vita è stata stravolta dall’orrore della guerra, che ha portato alla morte di familiari e ha esposto lei e altre ragazze a violenze inenarrabili. “Nahed è riuscita a scappare, ma ha detto che è stato terrificante. I ricordi agghiaccianti rimangono”, ha aggiunto Russell.

Situazione nel Darfur settentrionale

Nella regione del Darfur settentrionale, i combattimenti ad Al Fasher hanno costretto oltre 106.000 persone a lasciare le loro abitazioni dalla fine di ottobre. Questo ha portato a un sovraffollamento dei centri di accoglienza, trasformando aree come Tawila in insediamenti informali. I bambini che arrivano sono spesso esausti, disidratati e necessitano urgentemente di protezione, nutrizione e assistenza medica. Sebbene l’UNICEF sia presente per fornire supporto, l’insicurezza ostacola le operazioni.

Carestia e difficoltà umanitarie

In alcune aree del Darfur e del Kordofan è stata dichiarata la carestia, con il rischio di un ulteriore peggioramento della situazione. Le famiglie che cercano di fuggire affrontano viaggi estremamente pericolosi, e quelle che riescono a raggiungere zone più sicure arrivano spesso gravemente malnutrite e traumatizzate. Le organizzazioni umanitarie si trovano frequentemente a fronteggiare ostacoli nella distribuzione di aiuti essenziali. I bambini nelle aree di confine sono privati di assistenza psicosociale e di supporto per le vittime di violenza di genere.

Testimonianza di un giovane ragazzo

Russell ha raccontato di un giovane ragazzo che ha lasciato Al Fasher e ha raggiunto Kassala due settimane fa. Ha descritto la paura e la violenza che ha vissuto, raccontando come la sua famiglia sia stata fermata più volte da uomini armati lungo il cammino. “È stata un’esperienza incredibilmente spaventosa”, ha dichiarato il ragazzo.

Iniziative dell’UNICEF

Nonostante le difficoltà, l’UNICEF continua a fornire aiuti in tutto il Paese. Tra le iniziative recenti ci sono il ricongiungimento di oltre 200 bambini non accompagnati nel Darfur settentrionale e il supporto per le vittime di violenza di genere. L’organizzazione ha anche ripristinato l’accesso all’acqua potabile per centinaia di migliaia di persone e sta utilizzando cliniche mobili per offrire servizi sanitari e nutrizionali, affrontando anche epidemie come il colera.

Richiesta di intervento globale

L’UNICEF ha chiesto una fine immediata delle violenze e ha esortato tutte le parti coinvolte a rispettare il diritto internazionale umanitario, garantendo la sicurezza e la dignità di ogni bambino e civile. È fondamentale assicurare un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli, rimuovendo le barriere alla distribuzione degli aiuti e proteggendo gli operatori umanitari. La necessità di aumentare i finanziamenti flessibili, in particolare per la protezione dei bambini e il supporto psicosociale, è diventata urgente.

Russell ha concluso il suo intervento affermando che ovunque sia andata, i bambini hanno espresso lo stesso desiderio: “Tutto ciò che vogliamo per il Sudan è la pace”. Questo appello sottolinea la necessità di un impegno globale per affrontare la crisi e garantire un futuro migliore per le giovani generazioni.

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