La fragile tregua tra Cambogia e Thailandia, raggiunta con il supporto della Casa Bianca di Donald Trump, sta rapidamente deteriorandosi a causa di nuovi violenti scontri. Gli scontri lungo il conteso confine di 800 chilometri, frutto di una demarcazione coloniale, si sono estesi a nuove aree, provocando un massiccio esodo di civili e segnando l’escalation più grave dal mese di luglio.
Questa settimana ha visto un aumento significativo della violenza, con scontri che hanno causato un numero di vittime elevato, paragonabile ai cinque giorni di battaglia dello scorso luglio, quando diverse decine di persone persero la vita prima di un armistizio. Negli ultimi giorni, almeno dieci persone, tra soldati e civili, hanno perso la vita in questo conflitto.
Le conseguenze umanitarie degli scontri
Le conseguenze umanitarie risultano già devastanti. Le autorità di Phnom Penh segnalano che oltre 21mila persone sono state costrette a lasciare le loro case nelle tre province di confine cambogiane. Dall’altro lato, un portavoce di Bangkok ha dichiarato che più di 400mila civili sono stati sfollati, trovando rifugio in centinaia di accampamenti improvvisati. La situazione nei rifugi è critica, con una carenza di beni di prima necessità e assistenza medica, mentre le famiglie cercano di adattarsi a una vita di precarietà .
Le autorità locali stanno cercando di fornire aiuti, ma la situazione sul campo rende difficile qualsiasi intervento efficace. Le strade danneggiate e la paura di nuovi attacchi rendono complicato il trasporto di cibo e medicinali. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, mentre le organizzazioni umanitarie si preparano a intervenire, ma il contesto di violenza rende il loro lavoro estremamente rischioso.
Le accuse reciproche e il ruolo di Trump
La tregua, frutto dell’intervento del presidente degli Stati Uniti e dei delicati sforzi diplomatici di Cina e Malesia, era stata un raro successo per la diplomazia regionale. L’ex primo ministro cambogiano Hun Sen aveva persino candidato Trump al Premio Nobel per la Pace, lodando il suo ruolo nel raggiungimento dell’accordo. Quest’ultimo, siglato a Kuala Lumpur lo scorso ottobre, prevedeva la riduzione delle truppe lungo il confine e l’accelerazione delle operazioni di sminamento.
Tuttavia, il fragile accordo ha mostrato segni di cedimento già il mese scorso, quando la Thailandia ha sospeso la sua attuazione, accusando la Cambogia di aver posizionato nuove mine nelle aree contese. La violenza esplosa questa settimana ha coinvolto cinque province di entrambi i Paesi, con reciproche accuse di aver riaperto le ostilità . Hun Sen ha affermato che la Cambogia ha reagito a provocazioni thailandesi, mentre Bangkok sostiene di aver agito per difendere la propria sovranità .
Il bilancio delle vittime e le richieste di contenimento
Il bilancio delle vittime continua a salire. L’esercito thailandese ha riportato la morte di tre soldati e il ferimento di ventinove, mentre il ministero della Difesa cambogiano ha denunciato la morte di sette civili e il ferimento di una ventina di persone. La Cambogia ha anche accusato le forze thailandesi di aver bombardato una strada nazionale, causando la morte di due persone, e di aver colpito nei pressi del tempio di Preah Vihear, un sito patrimonio mondiale dell’Unesco e fulcro della disputa territoriale.
La comunità internazionale ha lanciato appelli per il contenimento delle ostilità . Lunedì, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato entrambe le parti a esercitare moderazione e a confermare il cessate il fuoco. Anche il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha chiesto la cessazione immediata delle ostilità , ma sul campo le posizioni rimangono rigide.
Il primo ministro thailandese, Anutin Charnvirakul, ha dichiarato che l’esercito thailandese è determinato a proteggere la sovranità del Paese. Il portavoce della marina thailandese, Parat Rattanachaiphan, ha accusato la Cambogia di aver schierato droni provocatori nella zona costiera contesa della provincia di Trat, annunciando operazioni militari per scacciarli. La tregua, che era stata un vanto diplomatico, sembra ora compromessa in modo definitivo.
