Un palazzo in costruzione situato in via Anfiteatro 7, nel cuore di Brera a Milano, è stato oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta urbanistica che da tempo coinvolge la città . La struttura, caratterizzata da una torre di undici piani, è al centro di un’indagine che ha portato a identificare ben 27 indagati per presunti abusi edilizi e falsificazioni.
Il complesso residenziale di lusso
Il progetto in questione prevede la realizzazione di un complesso residenziale di lusso, eretto dopo la demolizione di un antico edificio settecentesco composto da due corpi di cinque e tre piani. Al suo posto, sono stati costruiti due nuovi edifici che si elevano rispettivamente a quattro e undici piani, con monolocali in vendita a prezzi che raggiungono i 700mila euro. Questa trasformazione ha suscitato l’attenzione delle autorità , che stanno esaminando la legittimità delle pratiche edilizie adottate.
L’inchiesta è condotta da un team della Procura di Milano, comprendente i pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, che si occupano di monitorare i progetti di urbanizzazione e le nuove costruzioni che stanno modificando il panorama della città . La prima richiesta di autorizzazione edilizia per l’area di via Anfiteatro risale al 1828, ma il progetto attuale ha preso forma dopo l’approvazione di un piano di ricostruzione nel 1999, volto a realizzare case popolari. Nel 2007, i ruderi del XVIII secolo sono stati abbattuti, dando avvio alla costruzione del nuovo complesso.
Le accuse e gli sviluppi dell’inchiesta
Nel marzo del 2025, il progettista Marco Cerri, ex membro della Commissione paesaggio, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini. Durante l’interrogatorio, Cerri ha dovuto rispondere alle accuse di falso in atto pubblico riguardo alle pratiche edilizie relative al cantiere di via Anfiteatro 7. I suoi legali, Umberto Ambrosoli ed Enrico Canzi, hanno assistito il progettista mentre cercava di difendersi dalle pesanti accuse.
Tra i 27 indagati figurano imprenditori, architetti, ex membri della commissione per il paesaggio e funzionari comunali. La Procura di Milano ha sottolineato che non è possibile considerare una ristrutturazione su un’area che è stata demolita oltre dieci anni prima dell’inizio dei lavori. Recentemente, il Consiglio di Stato ha confermato questo principio, stabilendo che deve esserci una “contestualità ” tra abbattimento e ricostruzione. Il Consiglio ha chiarito che non si può ritenere che da una demolizione emerga un “credito volumetrico” che il proprietario possa utilizzare in qualsiasi momento.
Questi sviluppi evidenziano la crescente attenzione delle autorità nei confronti delle pratiche edilizie a Milano, dove la trasformazione urbana si scontra con le normative vigenti e la necessità di preservare il patrimonio storico.
