Il blocco indeterminato degli asset russi ha ricevuto il via libera, ma le decisioni variano tra gli Stati europei. Il 15 gennaio 2025, Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno espresso il loro consenso, specificando che il congelamento dei beni non implica automaticamente la loro destinazione per finanziare l’Ucraina. Questi paesi hanno sottolineato l’importanza di evitare che tale scelta crei precedenti nella politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea. Hanno inoltre richiesto una discussione approfondita sul tema nel prossimo Consiglio europeo, invitando a considerare soluzioni alternative per supportare Kiev.
Azione di Bruxelles
L’azione di Bruxelles si basa sull’articolo 122 del Trattato dell’Unione Europea, che consente di procedere senza necessità di unanimità , eludendo quindi il diritto di veto di alcuni Stati membri. In occasione del Consiglio europeo, previsto per il 18 e 19 dicembre 2025, i leader europei dovranno affrontare la questione dell’utilizzo dei beni russi per finanziare un prestito significativo all’Ucraina. Attualmente, a Bruxelles sono custoditi 185 dei 210 miliardi di euro presso la società Euroclear, una somma considerevole che potrebbe essere utilizzata per sostenere l’Ucraina in un momento critico.
Richiesta di garanzie legali
Il primo ministro belga Bart De Wever ha richiesto garanzie legali riguardo a questa operazione, evidenziando la necessità che tutti i paesi europei contribuiscano con una quota ai rimborsi a Mosca, se necessario. De Wever ha commentato: “Non siamo in guerra con questo paese; sarebbe come fare irruzione in un’ambasciata, portare via il mobilio e venderlo”. Questa posizione riflette i timori condivisi da altri Stati membri dell’Unione, preoccupati per le possibili conseguenze di tali azioni. La situazione rimane complessa e delicata, con la necessità di trovare un equilibrio tra il supporto all’Ucraina e il rispetto delle norme internazionali.
