La Russia emette un mandato d’arresto per il giudice italiano Aitala, Anm chiede l’intervento del governo

Veronica Robinson

Dicembre 13, 2025

Il giudice italiano della Corte Penale Internazionale, Salvatore Aitala, è stato condannato in contumacia a 15 anni di carcere dal tribunale di Mosca, insieme ad altri magistrati, per aver “perseguito persone innocenti” e per “tentata violenza contro persone che godono di protezione internazionale“. La notizia della condanna è emersa il 12 dicembre 2025, in concomitanza con la decisione dell’Unione Europea di congelare gli asset russi, come riportato dai quotidiani Avvenire e Il Fatto Quotidiano.

La giunta esecutiva centrale dell’associazione nazionale magistrati

La Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime preoccupazione per la condanna di Aitala, chiedendo al governo italiano di richiedere chiarimenti al governo russo riguardo alle circostanze della sentenza. L’Anm ha sottolineato l’importanza della Corte Penale Internazionale, istituita a Roma, come un baluardo del diritto internazionale. L’associazione ha anche espresso il timore che la condanna di Aitala possa rappresentare un pretesto per una ritorsione da parte della Russia nei confronti dell’Italia.

Le intenzioni di Mosca

La portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha confermato le intenzioni di Mosca di rispondere in modo immediato, affermando che la Banca di Russia ha già avviato misure concrete in risposta alla condanna di Aitala. La Zakharova ha rilasciato una nota ufficiale sul sito del ministero, evidenziando la determinazione della Russia a reagire.

Le accuse e la fotosegnaletica

Il 21 maggio 2023, l’Ufficio investigativo della Procura generale russa aveva incriminato in contumacia i giudici della Corte Penale Internazionale, diffondendo anche foto segnaletiche, tra cui quella di Aitala, che è stata affissa come “ricercato”. In quel contesto, l’Ufficio aveva dichiarato che il mandato emesso dalla Corte era “consapevolmente illegale“, accusando i giudici di atti che avrebbero potuto compromettere le relazioni internazionali. Le accuse si riferiscono a presunti crimini contro la Russia e i suoi leader, in particolare in relazione alla situazione in Ucraina.

Il tribunale e la condanna

La condanna di Aitala e degli altri giudici è stata emessa da un tribunale presieduto da Andrei Suvorov, noto per aver precedentemente condannato il dissidente Alexei Navalny a una pena detentiva in Siberia, dove il dissidente è morto in circostanze mai chiarite. Con Aitala, sono stati condannati anche altri otto magistrati della Corte Penale Internazionale, tra cui l’ex presidente Petr Józef Hofmański, il successore Tomoko Akane e il secondo vicepresidente Reine Alapini-Gansou. Tutti i condannati sono stati inseriti in una lista di ricercati internazionali, con la possibilità che Mosca richieda l’emissione di un mandato globale tramite Interpol.

La Corte Penale Internazionale aveva emesso nel marzo 2023 il primo mandato di cattura per il presidente russo Vladimir Putin e per la commissaria ai diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, accusati di deportazione illegale di minori ucraini. La Russia aveva respinto il provvedimento, definendolo nullo, e aveva avviato un procedimento penale contro i giudici della Corte. La recente sentenza di Mosca segna un ulteriore aumento della tensione sul piano del diritto internazionale e delle relazioni tra Russia e Occidente.

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