Il Cremlino ha recentemente espresso la propria posizione riguardo all’idea di sottoporre al voto il destino delle regioni ucraine occupate, rigettando fermamente questa proposta. La dichiarazione è stata rilasciata il 13 dicembre 2025, da Mosca, attraverso le parole di rappresentanti ufficiali che hanno sottolineato come la tregua possa essere raggiunta solo a condizione che le forze ucraine si ritirino dal Donbas, area attualmente sotto il controllo russo.
Caterina Doglio, corrispondente da Mosca, ha riportato che il governo russo non ha ancora esaminato la controproposta presentata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la quale è stata rielaborata in collaborazione con i leader europei. Nonostante ciò, il Cremlino ha chiarito che la possibilità di un cessate il fuoco è strettamente legata al ritiro delle truppe di Kiev dalla zona contesa.
Le tensioni con l’italia
In un contesto di crescente tensione internazionale, il Cremlino ha anche commentato la situazione dell’Italia, affermando che il paese è attualmente sotto forte pressione da parte della NATO. I funzionari russi hanno descritto i rapporti tra Mosca e Roma come mai così tesi, evidenziando le difficoltà diplomatiche che caratterizzano il periodo attuale. Questa affermazione si inserisce in un quadro più ampio di relazioni tra la Russia e i paesi occidentali, segnato da conflitti e divergenze su vari fronti.
La posizione dell’Italia, alleata della NATO, appare complessa, con il governo italiano che si trova a dover gestire le aspettative interne ed esterne in un contesto di crisi. Le dichiarazioni del Cremlino potrebbero influenzare ulteriormente le dinamiche politiche italiane, in particolare riguardo alle scelte strategiche in ambito di difesa e sicurezza.
La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi della situazione, consapevole che le decisioni prese a Mosca e a Kiev avranno ripercussioni significative non solo per l’Ucraina, ma anche per l’intera Europa. La questione della pace nel Donbas rimane quindi centrale, con il Cremlino che continua a mantenere una posizione rigida, rifiutando qualsiasi compromesso che non preveda il ritiro delle forze ucraine.
