Ales Bialiatski, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2022, ha confermato il suo impegno nella lotta per i diritti umani in Bielorussia, nonostante la sua recente scarcerazione e l’espulsione dal Paese. In un’intervista rilasciata all’agenzia AFP, Bialiatski ha sottolineato l’importanza di continuare a lavorare per la causa, affermando: “È molto importante essere in Bielorussia, ma ci sono molte cose che si possono fare vivendo fuori. Non mi arrendo”. Il noto attivista ha aggiunto che, nonostante le circostanze avverse, la vita deve proseguire e il lavoro avviato deve essere portato avanti.
Le esperienze di bialiatski
Durante l’intervista, Bialiatski ha condiviso le sue esperienze dolorose, descrivendo le difficoltà affrontate dai prigionieri politici in Bielorussia, tra cui l’isolamento e le umiliazioni quotidiane. Tuttavia, ha riconosciuto che il riconoscimento ricevuto con il Nobel gli ha offerto una protezione in più, affermando che questo premio lo ha “salvato da situazioni ben peggiori che altri colleghi hanno dovuto affrontare”.
Situazione attuale in bielorussia
Il 30 gennaio 2025, il governo bielorusso ha rilasciato 123 prigionieri politici, in un contesto in cui gli Stati Uniti hanno annunciato la revoca delle sanzioni sul potassio bielorusso, un elemento fondamentale per la produzione di fertilizzanti. Il Comitato per il Nobel ha informato l’agenzia AFP che attualmente oltre 1.200 prigionieri politici rimangono detenuti in Bielorussia, evidenziando la grave situazione dei diritti umani nel Paese.
