Giubileo dei detenuti: la giustizia come strumento di riparazione e riconciliazione

Veronica Robinson

Dicembre 14, 2025

Si è concluso oggi, 17 dicembre 2025, il Giubileo dei Detenuti, un evento significativo che ha avuto luogo nella Basilica di San Pietro, con la celebrazione della Messa officiata da Papa Leone XIV. Questo incontro ha visto la partecipazione di circa 6000 fedeli provenienti da 90 paesi, i quali hanno portato un messaggio di inclusione e speranza per coloro che sono spesso emarginati dalla società. Il Giubileo ha rappresentato un momento di riflessione sulla misericordia e sulla redenzione, temi centrali nella missione della Chiesa.

Omelia del Santo Padre

Durante l’omelia, il Santo Padre ha sottolineato l’importanza della III domenica di Avvento, definendola la domenica “della gioia”. Ha esortato i presenti a mantenere viva la speranza, affermando: “Celebriamo oggi il Giubileo della speranza per il mondo carcerario, per i detenuti e per tutti coloro che si prendono cura della realtà penitenziaria”. Questa celebrazione ha richiamato centinaia di reclusi, provenienti da nazioni come Brasile, India, Germania e Spagna, a unirsi in un momento di spiritualità e condivisione.

Riferimenti a Papa Francesco

Il Papa ha ricordato un momento significativo del suo predecessore, Papa Francesco, che il 26 dicembre dello scorso anno aveva aperto la Porta Santa nella Chiesa del Padre Nostro nella Casa circondariale di Rebibbia. In quel contesto, Papa Francesco aveva parlato dell’immagine di un’ancora lanciata verso l’eternità, invitando tutti a mantenere viva la fede e a credere in un futuro migliore. Ha esortato i presenti a non rimanere intrappolati nel passato, ma a costruire il proprio futuro con responsabilità e con l’aiuto di Dio.

Momento di liberazione simbolica

In un contesto globale in cui la logica della punizione e dell’esclusione prevale, la partecipazione dei detenuti alla Messa ha rappresentato un momento di liberazione simbolica. Attualmente, nel mondo ci sono circa 12 milioni di detenuti, con i paesi con il maggior numero di reclusi che includono Stati Uniti, Cina e Russia. La celebrazione ha offerto ai partecipanti un’opportunità di respirare un’aria di libertà, anche se temporaneamente.

Riflessioni sul mondo carcerario

Con l’approssimarsi della chiusura dell’Anno Giubilare, è evidente che, nonostante gli sforzi di molti, rimangono sfide significative nel mondo carcerario. Il Papa ha citato le parole del profeta Isaia, sottolineando che “ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo”. Queste affermazioni rappresentano un invito alla riflessione su come la giustizia possa essere un processo di riparazione e riconciliazione.

Momenti di preghiera e solidarietà

La celebrazione ha incluso momenti di preghiera e solidarietà tra detenuti, familiari, polizia e volontari che operano nel sistema penitenziario. Papa Leone XIV ha esortato a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, ma a perseverare con coraggio e determinazione. Ha affermato che ogni caduta deve essere vista come un’opportunità per rialzarsi, ricordando che nessun individuo è definito solo dalle proprie azioni passate.

Supporto psicologico e spirituale

Un aspetto fondamentale emerso durante il Giubileo è l’importanza del supporto psicologico e spirituale per i detenuti. I cappellani, in particolare, sono figure chiave, non solo per il loro ruolo religioso, ma anche come persone di fiducia con cui i detenuti possono confrontarsi. Questo approccio umano consente di coltivare sentimenti di bellezza, sensibilità e rispetto, anche in contesti difficili come quello carcerario.

Partecipazione delle carceri

Alla celebrazione hanno partecipato anche rappresentanti delle carceri di Rebibbia, inclusi il Nuovo Complesso, il carcere femminile e il carcere minorile di Casal del Marmo, oltre a istituti penitenziari di altre città italiane. Papa Leone XIV ha parlato direttamente ai detenuti presenti, sottolineando l’importanza di lavorare sui propri sentimenti e pensieri per affrontare la realtà della detenzione. Ha definito il Giubileo come una chiamata alla conversione, un messaggio di speranza e gioia.

Visita del Presidente della Repubblica

Recentemente, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato il carcere di Rebibbia, portando un messaggio di solidarietà. Papa Leone XIV ha ribadito l’importanza di guardare a Gesù e alla sua umanità, invitando tutti a impegnarsi per il bene comune. Ha ricordato che i miracoli più significativi avvengono attraverso la nostra compassione e responsabilità.

Atti concreti per restituire speranza

Nella bolla di indizione “Spes non confundit”, il Papa ha esortato i vescovi a prestare maggiore attenzione ai detenuti, sottolineando la necessità di atti concreti per restituire loro la speranza. Ha proposto che i governi adottino iniziative per migliorare le condizioni dei detenuti, evidenziando la durezza della reclusione e il bisogno di rispetto e dignità.

Messaggio finale del Papa

Papa Leone XIV ha concluso il suo intervento ricordando che il compito di salvare e redimere è condiviso da tutti, detenuti e responsabili del sistema carcerario. Ha messo in evidenza le sfide del sovraffollamento e la necessità di programmi educativi e opportunità di lavoro, sottolineando l’importanza di affrontare il passato e le ferite emotive con pazienza e determinazione.

Il messaggio finale del Papa ha ribadito che la salvezza è l’obiettivo primario: “Che nessuno vada perduto e che tutti siano salvati”. Con l’avvicinarsi del Natale, ha invitato a rimanere fedeli a questo sogno e a continuare a lavorare per un futuro migliore, con la certezza che, con il supporto divino, si possono realizzare cose belle e gioiose.

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