La studentessa della Brown University, Zoe Weissman, ha condiviso la sua esperienza durante una sparatoria avvenuta nel campus di Providence, Rhode Island, il 12 aprile 2025. Collegata da un dormitorio, ha espresso il suo shock di fronte all’accaduto, evidenziando come questo sia un sentimento condiviso tra gli studenti. “È ovvio che non te lo aspetti mai, ma non è sorprendente perché vediamo quanto spesso accade”, ha dichiarato Zoe, riflettendo sulla crescente frequenza di simili eventi.
La situazione durante l’incidente
Zoe si trovava nella sua stanza al momento della sparatoria, prevista per un’uscita verso la biblioteca. “Probabilmente sono a circa cinque minuti a piedi dal punto in cui è avvenuta la sparatoria. Non ho sentito spari, ma sento l’elicottero in questo momento”, ha continuato la studentessa, descrivendo la situazione caotica che ha seguito l’incidente. I primi soccorritori sono arrivati rapidamente sul posto, mentre la studentessa rimaneva al sicuro nel suo alloggio.
La sicurezza degli amici
Fortunatamente, nessuno dei suoi amici si trovava nell’edificio colpito. Alcuni di loro erano nella biblioteca vicina, ma sono stati portati in un’area comune per garantire la loro sicurezza. “Sono sicura che siano affamati e stanchi e vogliono solo tornare ai loro dormitori“, ha aggiunto Zoe, evidenziando il disagio provato dagli studenti coinvolti. Un’amica di Zoe, che si trovava nell’edificio durante la sparatoria, ha riferito di aver sentito spari attutiti, suggerendo che si trovasse dall’altra parte dell’edificio.
Dettagli sull’edificio
L’edificio Barus e Holley, in cui si è verificata la sparatoria, si trova ai margini del campus universitario, in una zona residenziale. L’attentatore è riuscito a fuggire dal campus subito dopo l’accaduto, lasciando le autorità senza indicazioni chiare sulla sua posizione attuale. “Non possiamo davvero muoverci”, ha commentato Zoe, sottolineando la tensione che permea la situazione.
Struttura e attività all’interno
Barus e Holley sono tecnicamente due edifici, ma sono collegati e funzionano come un’unica struttura. All’interno vi sono laboratori di ingegneria, aule capienti e una caffetteria. Le aule possono ospitare fino a 200 studenti, rendendo l’edificio piuttosto grande e frequentato. La studentessa ha spiegato che, mentre il lockdown è in atto, le uniche persone in movimento sono quelle che sono già state evacuate e portate al centro di riunificazione. “Tutti i miei amici che sono nelle biblioteche, a quanto ne so, sono ancora lì”, ha concluso Zoe, descrivendo la situazione di isolamento e sicurezza in cui si trovano i suoi coetanei.
