Il Belgio ha trovato nuovi alleati nel suo scetticismo riguardo all’uso degli asset russi per finanziare il prestito di riparazione destinato all’Ucraina. A partire da dicembre 2025, Italia, Malta e Bulgaria si uniscono al Belgio nell’esprimere preoccupazioni su questa strategia, pur continuando a sostenere le decisioni prese da Bruxelles. Questi quattro paesi invitano la Commissione Europea e il Consiglio a considerare soluzioni alternative che siano conformi al diritto europeo e internazionale, per affrontare le necessità finanziarie dell’Ucraina.
Preoccupazioni sui rischi legali
La principale preoccupazione di questi stati è legata al rischio che il governo russo o le aziende russe possano intraprendere azioni legali vincenti, ottenendo risarcimenti che potrebbero mettere in difficoltà le banche europee che detengono beni russi. In risposta a questa situazione, è stata avanzata la proposta di un Piano B, che prevede l’emissione di debito congiunto da parte dell’Unione Europea, destinato a finanziare l’Ucraina nei prossimi anni. Tuttavia, questa opzione comporterebbe un ulteriore aggravio del già elevato debito pubblico di paesi come Italia e Francia e richiederebbe l’unanimità per essere attuata. Il rischio di un veto da parte del Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán, noto per le sue simpatie verso il Cremlino, è un fattore da non sottovalutare.
Incertezze nel Consiglio europeo
La riunione del 18 dicembre mette in evidenza un Consiglio europeo caratterizzato da incertezze e riserve. Oltre all’Italia, anche Germania e Francia si uniscono alle obiezioni sollevate dal Belgio. Il cancelliere tedesco, Merz, pur sostenendo il piano dell’UE, si trova a dover fare i conti con la pressione interna della destra estrema, che lo spinge a porre condizioni difficili per il consenso. Inoltre, sia Roma che Parigi hanno ancora investimenti e beni in Russia, il che alimenta le loro preoccupazioni riguardo a potenziali ritorsioni sulle aziende operanti in quel mercato.
La sfida del finanziamento per l’Ucraina
In un contesto così complesso, la questione del finanziamento per l’Ucraina continua a rappresentare una sfida significativa per l’Unione Europea, mentre i quattro paesi cercano di trovare un equilibrio tra il sostegno a Kiev e la protezione dei propri interessi economici.
