Il risultato delle elezioni presidenziali cilene, tenutesi il 15 dicembre 2025, ha sorpreso molti osservatori, soprattutto alla luce dei risultati del primo turno. I voti dell’elettorato di destra e centrodestra, che nel precedente appuntamento elettorale si erano frammentati su diverse candidature, hanno ora trovato un’unica direzione, portando alla vittoria di José Antonio Kast, un esponente di estrema destra noto per le sue posizioni nostalgiche nei confronti del regime di Pinochet e per la sua ammirazione per le politiche di Donald Trump e Viktor Orbán.
Il trionfo di Kast
José Antonio Kast ha ottenuto circa il 58% dei voti, mentre la sua avversaria, la comunista Jeannette Jara, si è fermata intorno al 42%. Nonostante lo spoglio fosse ancora in corso, Jara ha riconosciuto la sconfitta con un messaggio su X, congratulandosi con Kast e sottolineando l’importanza della democrazia. “Ho contattato il presidente eletto per augurargli successo per il bene del Cile“, ha dichiarato Jara. Ha poi rassicurato i suoi sostenitori, promettendo di continuare a lavorare per il miglioramento della vita nel Paese.
Una svolta a destra
La campagna elettorale di Kast si è concentrata su temi di sicurezza e immigrazione, rappresentando una netta virata a destra per il Cile, un Paese che ha visto un ritorno alla democrazia solo nel 1990. Kast, che ha 59 anni e ha tentato la presidenza per la terza volta, ha fatto leva sulle preoccupazioni degli elettori riguardo alla crescente violenza e alla presenza di bande venezuelane. Durante il dibattito finale, ha promesso di chiudere le frontiere e ha dato ai residenti illegali 92 giorni per lasciare il Paese, un termine che coincide con l’inizio del suo mandato, previsto per l’11 marzo 2026. Questa dichiarazione ha già portato a tensioni al confine con il Perù, dove numerosi migranti, principalmente venezuelani, cercavano asilo.
Il contesto della sicurezza
Il tema della sicurezza è un argomento di discussione acceso in Cile, un Paese che, nonostante le percezioni, è tra i più sicuri dell’America Latina. Tuttavia, questa percezione ha avuto un impatto significativo sulla campagna di Jara, costretta a rispondere alle accuse di insufficienza nella lotta contro la criminalità, a discapito delle sue promesse di crescita economica e riduzione della disuguaglianza.
Dopo aver votato, Kast ha dichiarato di voler essere “il presidente di tutti i cileni”, mentre Jara ha cercato di distanziarsi dal presidente uscente, Gabriel Boric, enfatizzando i suoi successi come ministra del Lavoro, inclusa la creazione di 580.000 posti di lavoro e la riforma della previdenza sociale.
Un ritorno al passato
A solo sei anni dalle proteste sociali del 2019 che hanno portato Boric al potere e a trentacinque anni dalla fine della dittatura di Pinochet, il Cile si trova ora con un presidente che è un convinto sostenitore del governo militare. Kast è noto per aver votato a favore di Pinochet nel plebiscito del 1988, un evento che ha segnato la fine della dittatura. Questo nuovo scenario politico invita a riflettere sulle direzioni future del Cile e sul significato di questa scelta per la società cilena.
