Antonino Mazzone, il direttore del Dipartimento medico dell’Asst Ovest Milanese, ha recentemente sollevato preoccupazioni significative riguardo alla crisi del Servizio sanitario nazionale tramite una lettera aperta. In questo documento, Mazzone interroga la politica italiana con una domanda provocatoria: “Desideriamo diventare come l’America, dove l’assistenza è riservata solo a chi può permettersela, lasciando gli altri in difficoltà?”. La sua riflessione si basa sull’articolo 32 della Costituzione, che riconosce la salute come un diritto fondamentale per ogni individuo.
La situazione della medicina interna in Italia
Mazzone, che dirige il reparto di Medicina interna presso l’ospedale di Legnano, ha evidenziato come l’attuale contesto metta a dura prova i principi di assistenza sanitaria. “Nei reparti di medicina, oltre il 98% dei pazienti proviene dal Pronto soccorso con problematiche acute”, ha dichiarato. Questi pazienti affrontano frequentemente malattie polipatologiche e situazioni complesse. Mazzone ha condiviso casi emblematici, come quello di un uomo di 65 anni, paraplegico e caregiver di una moglie affetta da Alzheimer, e di un senzatetto con problemi di alcolismo e cirrosi epatica. Questi esempi dimostrano come la Medicina interna debba gestire situazioni estremamente difficili, con pazienti che restano in ospedale per periodi prolungati senza reale necessità clinica.
In aggiunta, Mazzone ha segnalato l’aumento dei cosiddetti “bed blockers“, ovvero pazienti che occupano posti letto senza necessità di ricovero, aggravando la crisi nella gestione delle risorse. Uno studio pubblicato sulla rivista Internal and Emergency Medicine ha rivelato che il 24% dei pazienti ricoverati in Lombardia non avrebbe bisogno di rimanere in ospedale, evidenziando le inefficienze del sistema. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che molti di questi pazienti vengono dirottati verso gli ospedali pubblici dopo essere stati rifiutati da strutture private.
Le sfide del servizio sanitario nazionale
Mazzone ha anche messo in evidenza le difficoltà strutturali che affliggono il sistema sanitario, a partire dalla diminuzione dei posti letto disponibili. Attualmente, in Italia ci sono solo tre letti per ogni 1.000 abitanti, un numero notevolmente inferiore rispetto alla media europea e a quella della Germania. “Chi lavora in ospedale è ben consapevole della situazione: ci sono reparti che devono accogliere tutti i pazienti, mentre altri possono scegliere chi trattare”, ha affermato, sottolineando l’importanza della Medicina interna nel garantire assistenza a chi ne ha bisogno.
Il primario ha espresso preoccupazione per il futuro della sanità pubblica, chiedendo un riconoscimento del valore del lavoro svolto dai medici internisti. “Siamo un reparto cruciale, con oltre un milione di ricoveri all’anno, eppure ci troviamo a fronteggiare enormi difficoltà”, ha dichiarato Mazzone, richiedendo di poter gestire i pazienti in modo appropriato, secondo le loro esigenze.
Il futuro della sanità pubblica
La lettera di Mazzone si conclude con un appello alla responsabilità politica e sociale. “Vogliamo una sanità che perda l’aspetto umano della cura? Desideriamo una sanità che selezioni i pazienti in base alla loro capacità di pagamento?”, ha chiesto, esprimendo la sua preoccupazione per un futuro in cui il profitto possa prevalere sulla salute. Ha richiamato l’attenzione su un discorso di Monsignor Delpini, che ha sottolineato l’importanza di non dimenticare le cause sociali della malattia e di garantire assistenza ai più vulnerabili.
Mazzone ha chiesto un intervento mirato per migliorare la situazione attuale, affermando che è fondamentale restituire dignità e umanità al servizio sanitario, affinché possa continuare a rispettare i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. La sua lettera rappresenta un grido d’allerta per il futuro della sanità pubblica in Italia, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale per garantire una cura equa e accessibile a tutti.
