La Procura di Palermo ha avviato un’indagine che ha portato alla luce un giro di corruzione all’interno del Policlinico di Palermo, dove alcuni operatori della camera mortuaria avrebbero chiesto mazzette per il rilascio delle salme. Sotto la direzione del procuratore Maurizio de Lucia, sono stati richiesti gli arresti di 15 persone, tra cui figure chiave del settore funebre e dipendenti dell’ospedale. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere, corruzione e concussione, con il gip che dovrà ora decidere sugli interrogatori e sull’eventuale provvedimento cautelare.
Scoperta di un sistema corruttivo
Nel corso di oltre un anno di indagini, sono stati identificati almeno 49 casi di corruzione. Il sistema illecito, orchestrato da alcuni operatori della camera mortuaria del Policlinico, prevedeva l’accelerazione delle pratiche per il rilascio delle salme a favore delle imprese funebri, in cambio di somme di denaro. Le salme in questione appartenevano a pazienti deceduti all’interno dell’ospedale o a quelli su cui era stata disposta un’autopsia dalla magistratura. Tra gli indagati figura anche il noto imprenditore del settore, Francesco Trinca. La richiesta di arresto è stata formalizzata dai pubblici ministeri, ora in attesa di un riscontro da parte del giudice.
Le prove: intercettazioni e telecamere
Le indagini hanno rivelato dettagli inquietanti, grazie a intercettazioni e riprese effettuate dalle telecamere di sicurezza. In una conversazione, un operatore della camera mortuaria discuteva delle somme ricevute, specificando le quote da distribuire tra i complici. In un altro episodio, un dipendente di un’impresa di pompe funebri, Marcello Spatola, è stato ripreso mentre consegnava quattro banconote da 50 euro a Marcello Gargano, operatore del Policlinico. Le telecamere hanno catturato anche altre conversazioni in cui si faceva riferimento al pagamento di somme per facilitare il rilascio delle salme, evidenziando la sistematicità del fenomeno.
Il caso di Francesco Bacchi
Un episodio emblematico di questo sistema è legato alla restituzione della salma di Francesco Bacchi, un giovane ucciso a calci e pugni nel 2024. Un operatore della camera mortuaria, ignaro di essere intercettato, commentava con i colleghi le mazzette che avrebbero incassato per “oliato” il processo di restituzione della salma. Questo caso rappresenta non solo la gravità della situazione, ma anche come le vite delle persone vengano strumentalizzate in un contesto di illegalità.
Le indagini continuano, con la Procura che sta cercando di fare chiarezza su un fenomeno che ha scosso profondamente la comunità palermitana, evidenziando la necessità di interventi decisivi per garantire la legalità e la trasparenza nel settore funebre.
