Nel 2025, l’Italia si trova di fronte a una sfida significativa nel garantire l’accesso equo alla cardiologia interventistica. L’iniziativa “Gise Together”, promossa dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise), mira a ridurre le disuguaglianze nell’accesso a cure di alta qualità per tutti i pazienti, senza gravare sul Servizio Sanitario Nazionale. Durante il convegno “Lazio Full Valve”, tenutosi questa mattina presso il Consiglio Regionale del Lazio, sono stati discussi i progressi e le sfide legate all’ampliamento dell’accesso alla procedura mini-invasiva per il trattamento della stenosi valvolare aortica di tipo degenerativo, nota come Tavi (Transcatheter Aortic Valve Implantation).
La stenosi valvolare aortica e la sua diffusione
La stenosi valvolare aortica degenerativa rappresenta la condizione delle valvole cardiache più comune nei paesi occidentali, colpendo tra il 2 e il 7% delle persone oltre i 65 anni. Prima dell’avvento delle tecniche mini-invasive, l’unica soluzione disponibile per correggere questo difetto era la cardiochirurgia, un approccio che non è sempre praticabile, soprattutto per i pazienti più vulnerabili. Negli ultimi venti anni, l’introduzione della procedura Tavi ha rivoluzionato il panorama delle cure, consentendo a un numero crescente di pazienti di ricevere trattamenti efficaci senza dover affrontare i rischi associati alla chirurgia tradizionale.
Le sfide dell’accesso alle cure
Nonostante i progressi, il convegno ha messo in evidenza alcune criticità che ostacolano l’accesso alle cure. La mancanza di una conoscenza adeguata riguardo alle indicazioni e alle opportunità terapeutiche delle procedure Tavi, unita all’assenza di percorsi ben definiti sia intra che extra ospedalieri, contribuisce a creare disparità significative tra le diverse regioni italiane. Inoltre, l’inadeguatezza di alcuni DRG (Diagnosis Related Group) regionali nel rimborsare in modo appropriato queste procedure limita ulteriormente l’accesso dei pazienti.
Le proposte di Gise Together
Il presidente di Gise, Alfredo Marchese, ha illustrato i tre ambiti principali su cui si focalizza “Gise Together”. Il primo è quello culturale, poiché le evidenze scientifiche e le linee guida non vengono sempre applicate in modo uniforme sul territorio. Il secondo aspetto riguarda le disparità economiche; le tecnologie e le procedure, come la Tavi, sono accessibili in modo disomogeneo da regione a regione. Infine, l’aspetto organizzativo richiede un approccio più armonizzato, con reti più solide e figure professionali dedicate, come il Tavi coordinator, per garantire che tutti i pazienti possano ricevere le stesse opportunità di cura.
L’iniziativa “Gise Together” rappresenta un passo importante verso l’uguaglianza nell’accesso alle cure cardiologiche in Italia, affrontando le sfide attuali e lavorando per un futuro in cui ogni paziente possa ricevere le migliori opzioni terapeutiche disponibili.
