Casanova: ‘Il seduttore nobile’, il nuovo libro di Pierfranco Bruni

Rosita Ponti

Dicembre 16, 2025

Casanova, figura emblematica del libertinaggio, non è semplicemente il personaggio di un repertorio di aneddoti e scandali, ma rappresenta un’icona complessa che ha attraversato i secoli. L’autore, il dottor Bruni, si propone di rimuovere le maschere e le caricature che hanno caratterizzato la sua immagine, per svelare un uomo che si confronta con le contraddizioni del suo tempo. La narrazione si concentra su un Casanova che non è solo simbolo di piacere, ma un individuo in conflitto con il proprio secolo, un uomo che vive la frustrazione e il dolore.

Rimozione delle maschere

L’opera di Bruni inizia con una presentazione del personaggio che si distacca dall’immagine tradizionale. Casanova viene collocato al di fuori del contesto illuminista, in una cornice che riflette una visione anti-illuminista, quasi tradizionalista. Questa scelta serve a demolire il cliché del libertino spensierato, proponendo una lettura che si definisce “antilibertina”. Non si tratta di moralismo, bensì di un’analisi che rifiuta l’idea di un desiderio privo di storia e responsabilità.

La figura dell’anziano Casanova

La vera sfida del libro emerge quando si esplora la figura dell’anziano Casanova. Qui, il seduttore non è più trionfante, ma lotta contro il tempo e la sua inesorabile avanzata. L’età diventa un avversario, e il corpo non è più solo un mezzo di seduzione, ma il luogo di un conflitto. Bruni evita di ricorrere a categorie filosofiche elevate, limitandosi a descrivere un uomo che, guardando indietro alla propria vita, si rende conto di non avere più un posto nel nuovo ordine sociale.

Il conflitto tra sacro e razionale

Con l’arrivo dell’Inquisizione, la tesi di Bruni si concretizza: Casanova si trova su una soglia, diviso tra il mondo sacro e quello razionale. Non è un martire, né un anticlericale, ma mantiene un rapporto complesso e irrisolto con fede e peccato. Le pagine non celebrano una redenzione, ma mostrano come ogni azione sia intrisa di colpa e memoria. Il libertinaggio diventa un modo per sfuggire a queste responsabilità, mentre il Casanova di Bruni è un uomo che continua a sentire e a fare i conti con il proprio passato.

Accostamento con Rousseau

L’accostamento con Rousseau e il contesto illuminista non è casuale, ma rappresenta un punto cruciale. Bruni sostiene che Casanova non incarna il volto gioioso dell’Illuminismo, ma ne è piuttosto un controcanto dissonante. Mentre la filosofia ufficiale abbraccia la Ragione, Casanova rimane legato a un mondo che cerca di definire con precisione i confini tra desiderio e peccato, rendendo ogni trasgressione tragica. Questa nostalgia, pur essendo più evidente nella scrittura di Bruni che nei documenti storici, offre una chiave di lettura utile per comprendere il Settecento in modo più sfumato.

Gli anni a Dux

La parte dedicata agli anni trascorsi a Dux, dove Casanova vive come bibliotecario, rappresenta un banco di prova per l’antilibertinismo di Bruni. Qui, il vecchio Casanova riscrive la propria vita per non cederla completamente agli altri. La memoria diventa uno strumento di sopravvivenza, non un semplice verbale, ma un modo per rendere il passato abitabile.

Il concetto di seduzione

Quando il libro si sposta sulla seduzione, la tesi raggiunge il suo apice. Bruni non censura, ma ristruttura il concetto di seduzione, presentandola come un’arte del tempo e del rischio, piuttosto che come una mera abilità. Ogni incontro genera un debito, lasciando tracce indelebili anche dopo la separazione. In questo modo, Casanova diventa un simbolo in cui desiderio, colpa e gratitudine si intrecciano.

Casanova come filosofo antirazionale

Bruni definisce Casanova un “filosofo antirazionale”, evidenziando come la sua intelligenza pratica lo renda attento ai calcoli e alle strategie. La figura di Casanova, che passa da un tavolo da gioco a una fuga dai Piombi, è tutt’altro che estranea al ragionamento. L’uso del termine “filosofo” deve essere inteso come una metafora, piuttosto che un’etichetta fissa.

Il trittico piacere-amore-fedeltà

Il trittico piacereamorefedeltà rappresenta un punto di contatto con una sensibilità contemporanea, rifiutando di scegliere tra moralità e edonismo. Il piacere non è mai disgiunto dalla responsabilità, e l’amore non è ridotto a promesse vuote. Ogni relazione diventa una prova di ciò che un corpo può sopportare e di ciò che resta nell’anima. La fedeltà, quindi, si trasforma in un banco di prova, dove il tradimento si presenta come un’opportunità di verità.

Annotazioni e reinterpretazioni

Le annotazioni su d’Annunzio, Piero Chiara e Roberto Gervaso, insieme all’Appendice su Ravel, servono da controcanto e verifica. Non sono semplici note bibliografiche, ma evidenziano come il mito di Casanova sia stato reinterpretato nel tempo. Bruni non si pone al di fuori di questa riscrittura, ma presenta il suo Casanova come una tappa di un lungo percorso, non come la rivelazione definitiva.

Il seduttore nobile

Il lettore si trova di fronte a un seduttore nobile, non innocente, ma costretto a confrontarsi con il tempo, la vecchiaia e i propri errori. L’antilibertinismo di Bruni non è una condanna del piacere, ma un tentativo di inserirlo in una rete di colpa e memoria. La lettura di Bruni invita a prendere sul serio un uomo che vive il conflitto tra sacro e razionale, mettendo il desiderio alla prova del tempo e delle conseguenze. Il Casanova di Bruni si presenta così come un reagente, capace di macchiare la narrazione del piacere con la complessità della storia.

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