L’analisi dei dati forniti dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) rivela un significativo incremento della superficie coltivata a coca in Bolivia, paese che si posiziona al terzo posto a livello mondiale per la produzione di cocaina. Nel periodo compreso tra il 2023 e il 2024, la superficie dedicata a questa pianta è aumentata del 10%, raggiungendo un totale di 340.000 ettari nel 2024.
La situazione della coltivazione di coca in Bolivia
La Bolivia, secondo le stime dell’agenzia ONU, si colloca dietro solo al Perù e alla Colombia nella classifica mondiale della produzione di cocaina. La legislazione boliviana consente la coltivazione di coca su una superficie di 22.000 acri, destinata a usi tradizionali da parte delle popolazioni indigene, come la masticazione e la preparazione di bevande. Tuttavia, la differenza tra la superficie autorizzata e quella coltivata illegalmente è preoccupante, raggiungendo i 120.000 acri. Questo scarto ha attirato l’attenzione delle autorità e degli esperti, i quali attribuiscono l’eccesso di raccolto principalmente all’operato dei narcotrafficanti, che utilizzano le foglie di coca come materia prima per il cloridrato di cocaina.
Le reazioni del governo boliviano
Il ministro degli Interni ha commentato che i dati attuali evidenziano una tendenza che si è consolidata nel recente passato, riferendosi al periodo di governo della sinistra in Bolivia. Con l’insediamento del nuovo governo di centro-destra, guidato da Rodrigo Paz, avvenuto all’inizio di novembre 2025, è stata espressa la volontà di intraprendere azioni concrete per ridurre la coltivazione di coca. Il ministro ha sottolineato l’impegno del governo nel contrastare questa problematica, promettendo che saranno adottate misure più incisive per affrontare la questione.
Il ritorno della DEA e le misure contro il narcotraffico
Ernesto Justiniano, responsabile della lotta alla droga in Bolivia, ha annunciato il ritorno nel Paese della Drug Enforcement Agency (DEA) degli Stati Uniti, un ente che era stato espulso nel 2008. Justiniano ha descritto come “estremamente ingenti” le quantità di cocaina che si stima vengano prodotte nel territorio boliviano. Ha inoltre dichiarato che il governo intensificherà gli sforzi per eliminare le coltivazioni non autorizzate e potenziare le operazioni contro il traffico di sostanze illegali. Questa strategia evidenzia la determinazione del nuovo governo a combattere il fenomeno del narcotraffico e a ristabilire il controllo sulla produzione di coca nel Paese.
