In Italia, circa il 25% delle donne affette da tumore al seno potrebbe trarre vantaggio dall’implementazione di test genomici, strumenti cruciali per la personalizzazione del trattamento post-operatorio e per ridurre l’uso di terapie non appropriate. Questa affermazione è stata rilasciata da Giampaolo Bianchini, responsabile di Oncologia Mammaria presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, durante un intervento tenutosi il 17 dicembre 2025. Bianchini ha sottolineato l’importanza di aumentare il fondo di 20 milioni di euro istituito nel 2020, al fine di rendere questi esami più accessibili a tutte le pazienti.
La necessità di test genomici
Bianchini ha evidenziato che ogni anno circa 13.000 donne potrebbero beneficiare di questi test per individuare la terapia adiuvante più appropriata. Un utilizzo più ampio di tali test potrebbe esentare fino a 6.000 pazienti dalla chemioterapia, un trattamento noto per i suoi effetti collaterali e per l’onere economico che comporta per il Servizio Sanitario Nazionale. Le proiezioni indicano un incremento delle pazienti idonee rispetto ai dati di cinque anni fa, quando si stimavano circa 10.000 donne. Questo aumento è attribuibile alla diffusione dei test nei centri oncologici di dimensioni più contenute.
Bianchini ha specificato che i test sono particolarmente efficaci per le pazienti con tumori mammari in fase precoce, che risultano positivi ai recettori ormonali (HR+) e negativi per Her2. La personalizzazione del trattamento si rivela fondamentale, in quanto consente di selezionare le terapie più efficaci per ciascun caso, ottimizzando così il percorso di cura delle pazienti.
Risultati e studi recenti
Nuove evidenze sui test genomici sono emerse durante il San Antonio Breast Cancer Symposium, recentemente svolto in Texas. Durante questo evento, è stato presentato uno studio condotto in cinque centri oncologici irlandesi sul test genomico Oncotype Dx, che ha rivelato un risparmio di oltre 60 milioni di euro associato all’uso della chemioterapia nell’arco di 11 anni. In aggiunta, è stato annunciato l’avvio di uno studio clinico randomizzato di fase III dal Japan Clinical Oncology Group (JCOG), finalizzato a ottimizzare il trattamento adiuvante per le donne in premenopausa affette da cancro al seno HR+ e Her2-negativo.
Bianchini ha sottolineato come questi esempi evidenzino le opportunità globali offerte dai test genomici. In Italia, nonostante l’inclusione di questi test nelle linee guida internazionali da diversi anni, la loro adozione nella pratica clinica è avvenuta con ritardo. Il fondo creato nel 2020 ha reso disponibili le risorse solo dopo un lungo processo, e ora, a cinque anni di distanza, è cruciale un incremento del finanziamento per garantire pari opportunità a tutte le pazienti.
Il futuro della medicina di precisione
La medicina di precisione sta diventando una realtà consolidata nel campo del tumore mammario, dove diagnosi e trattamenti sono sempre più personalizzati. Bianchini ha affermato che il successo nella gestione di questa patologia deriva dalla capacità di effettuare diagnosi precoci e di intervenire quando il tumore è in fase iniziale. I farmaci innovativi di ultima generazione sono progettati per agire su specifiche mutazioni o per essere efficaci su determinati sottogruppi di malattia, rendendo l’uso di strumenti diagnostici precisi essenziale.
L’oncologo ha concluso evidenziando che promuovere l’uso di test e strumenti diagnostici è fondamentale per migliorare le possibilità di cura e guarigione delle pazienti affette da tumore al seno. La continua ricerca e l’implementazione di pratiche basate su evidenze scientifiche rappresentano il percorso da seguire per garantire a tutte le donne le migliori opportunità di trattamento.
