Aumento significativo per l’export del settore farmaceutico in Italia: +33% nel 2025

Rosita Ponti

Dicembre 18, 2025

Liberare l’Europa dalle attuali dipendenze strategiche nel settore farmaceutico è un obiettivo cruciale, secondo il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani. Durante un incontro con la stampa tenutosi nel 2025, Cattani ha sottolineato l’importanza di richiedere principi attivi per la produzione di farmaci e ha proposto “nuove regole per una rinnovata autonomia e sovranità”. Questo appello arriva in un contesto geopolitico in cui l’Europa si trova ad affrontare sfide significative, soprattutto in relazione alle politiche dell’amministrazione Trump.

Risultati del settore farmaceutico nel 2025

Il 2025 si è rivelato un anno fortemente positivo per il settore farmaceutico italiano, con un incremento dell’export che ha superato il 30%. Cattani ha evidenziato che i numeri parlano chiaro: da gennaio a ottobre, l’export ha raggiunto 58,8 miliardi di euro, segnando un aumento del 33,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo risultato ha permesso al settore di posizionarsi come il primo per crescita, a fronte di una media manifatturiera che si attesta solo sul 3,4%. I principali mercati di esportazione includono l’Unione Europea, che rappresenta il 47% del totale, seguita dagli Stati Uniti con il 23% e dalla Svizzera con il 14%.

Prospettive future per l’industria farmaceutica

Cattani ha dichiarato che il 2025 è stato un anno di grande successo per l’industria farmaceutica, non solo in termini di produzione e occupazione, ma anche di esportazioni. Le aspettative per il 2026 sono di una ulteriore crescita, con l’export che potrebbe superare i 70 miliardi di euro. Tuttavia, il presidente di Farmindustria ha sottolineato la necessità di continuare a collaborare con il governo per garantire maggiori risorse al Servizio Sanitario Nazionale e per valorizzare i farmaci, accelerando i tempi di approvazione da parte dell’EMA e uniformando l’accesso a livello regionale.

Il meccanismo del payback e le sfide del settore

Un tema centrale emerso dall’incontro è il meccanismo del payback, che Cattani ha descritto come insostenibile per le imprese del farmaco, con un impatto di 2,3 miliardi di euro nel 2025. Il presidente ha espresso fiducia nel fatto che un testo unico per la farmaceutica possa rappresentare una soluzione strutturale per superare questa problematica.

Innovazione e sicurezza nazionale

Cattani ha anche messo in evidenza che, nonostante l’incertezza e l’instabilità globale, il settore farmaceutico non è intimorito, ma richiede il supporto governativo per promuovere l’innovazione e garantire l’accesso ai cittadini. L’industria farmaceutica è considerata parte integrante della sicurezza di una nazione.

Criticità del contesto geopolitico

Tuttavia, il contesto geopolitico rimane critico. Cattani ha osservato che l’Unione Europea, in molte questioni politiche mondiali, si trova a svolgere un ruolo da spettatore piuttosto che da protagonista. Ha criticato le politiche europee che, secondo lui, puntano a tassare ulteriormente le imprese, come nel caso della gestione delle acque reflue, avvertendo che ciò potrebbe portare a una significativa perdita di investimenti, stimata in 100 miliardi di euro a livello europeo e tra 25 e 30 miliardi per l’Italia nei prossimi 5-7 anni. Cattani ha avvertito che se l’Unione non reagirà, subirà gravi conseguenze.

Carenza di farmaci e necessità di una strategia industriale

Un esempio concreto delle difficoltà del settore è rappresentato dalla carenza di 250 farmaci in Europa, molti dei quali non vengono più prodotti a causa dei costi insostenibili per le aziende. Cattani ha insistito sulla necessità di adottare una strategia industriale diversa, con incentivi per le imprese e semplificazione dei processi burocratici.

Legge di bilancio e sostenibilità per le aziende

In merito alla legge di Bilancio, Cattani ha accolto positivamente l’individuazione di risorse per il settore farmaceutico e per la sanità, evidenziando un incremento di 7,4 miliardi di euro per il Fondo Sanitario Nazionale. Ha chiesto che nel 2026 il meccanismo del payback venga ridotto a un livello più sostenibile per le aziende, stabilendo un arco temporale per la sua definitiva eliminazione, poiché gli oneri non dovrebbero ricadere sulle spalle delle imprese farmaceutiche.

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