I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si sono riuniti oggi, 25 gennaio 2025, a Bruxelles per un vertice di due giorni che si preannuncia fondamentale per il futuro dell’Ucraina e per la stabilità dell’UE. La questione centrale dell’incontro riguarda l’impiego dei beni russi congelati, una necessità urgente per sostenere finanziariamente l’Ucraina.
Appello di Donald Tusk
Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha lanciato un appello forte e chiaro ai leader europei, sottolineando l’importanza di prendere decisioni rapide riguardo alle risorse russe: “Ora abbiamo una scelta semplice: o soldi oggi o sangue domani”. Le sue parole hanno messo in evidenza il rischio di un’escalation del conflitto con la Russia, avvertendo che la questione non riguarda solo l’Ucraina, ma l’intero continente europeo.
Possibilità di compromesso
L’estone Kaja Kallas ha espresso la sua fiducia nella possibilità di un compromesso tra i leader europei. Ha riconosciuto che, con 27 democrazie e le loro varie posizioni politiche, il raggiungimento di un accordo non sarà semplice, ma ha ricordato che in passato sono state trovate soluzioni in situazioni analoghe.
Scetticismo del Belgio
Nonostante settimane di intensi negoziati, non è emersa ancora una soluzione definitiva. Il Belgio, dove la maggior parte dei beni russi è custodita presso Euroclear, ha mostrato scetticismo riguardo a un possibile accordo. Antonio Costa, Presidente del Consiglio dell’UE, ha indicato che, se necessario, i capi di Stato sono pronti a prolungare i colloqui per “giorni”, evidenziando la serietà della situazione.
Situazione attuale dei beni congelati
Attualmente, circa 210 miliardi di euro di beni statali russi congelati si trovano nell’UE, con una significativa parte in Belgio. Abrogare la posizione del Paese con un voto a maggioranza è considerato rischioso, poiché ignorare le preoccupazioni di uno Stato membro che ospita numerose istituzioni europee potrebbe mettere a repentaglio l’unità dell’Unione. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy, partecipa al vertice di persona, sottolineando l’importanza della sua presenza in un momento così delicato.
Opposizione di Viktor Orbán
Il Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán, ha manifestato la sua opposizione all’uso delle risorse russe, ma non è riuscito a fermare una decisione presa a maggioranza. Prima dell’incontro, anche il Primo Ministro slovacco, Robert Fico, ha dichiarato di non voler sostenere alcuna misura che possa alimentare ulteriormente il conflitto in Ucraina, inclusa l’utilizzazione dei beni congelati. “Mi rifiuto categoricamente di sostenere domani qualsiasi cosa che possa portare a finanziamenti per la guerra”, ha affermato Fico, aggiungendo che sarebbe disposto a considerare l’uso delle risorse congelate solo nell’ambito di un piano di ricostruzione per l’Ucraina.
