Caso Garlasco: si conclude l’incidente probatorio con la testimonianza di Alberto Stasi

Rosita Ponti

Dicembre 18, 2025

Il caso di Garlasco si riaccende, portando nuovamente alla ribalta la figura di Alberto Stasi, che il 5 marzo 2025 si è presentato al tribunale di Pavia per l’udienza dell’incidente probatorio riguardante l’indagine su Andrea Sempio. Stasi, condannato a 16 anni di reclusione come unico responsabile dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, è ora coinvolto in un nuovo filone d’inchiesta che mira a chiarire il ruolo di Sempio nell’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007.

L’udienza, presieduta dalla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, rappresenta un momento cruciale per il prosieguo delle indagini. Al centro del dibattito ci sono due temi principali: le impronte analizzate nella casa di Chiara Poggi e le tracce rinvenute su oggetti conservati nella spazzatura della villa di via Pascoli a Garlasco, insieme all’analisi del materiale genetico trovato sulle unghie della vittima.

Impronte e tracce: i risultati delle analisi

Le indagini sul fronte delle impronte, condotte dai periti Domenico Marchegiani e Giovanni Di Censo, hanno escluso la presenza di Andrea Sempio all’interno dell’abitazione di Chiara Poggi. Le circa sessanta impronte analizzate non corrispondono a quelle dell’indagato, mentre l’unica traccia che non riconduce alla vittima è il Dna di Alberto Stasi, rinvenuto su una cannuccia di Estathé. Questi risultati devono essere interpretati alla luce delle dichiarazioni di Stasi, il quale ha sempre sostenuto la propria innocenza.

Il confronto sul Dna

Il fulcro del dibattito si sposterà sul Dna, con particolare attenzione alla perizia di Denise Albani, presentata il 3 dicembre 2024. Le conclusioni di Albani hanno suscitato interpretazioni contrastanti. Mentre la Procura di Pavia e la difesa di Stasi interpretano la “compatibilità” tra il materiale genetico trovato sulle unghie di Chiara e il Dna di Sempio come un indizio della sua presenza sulla scena del crimine, i consulenti di Sempio sottolineano l’impossibilità di determinare se la traccia sia stata depositata direttamente o in modo indiretto, ad esempio tramite il contatto con oggetti condivisi.

La difesa di Sempio, rappresentata dagli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti, ha elencato vari oggetti che il 37enne avrebbe potuto toccare durante le sue visite a casa Poggi, come la tastiera del computer e il telecomando. La perizia evidenzia che il Dna rinvenuto è compatibile con quello di Sempio, ma non è possibile stabilire con certezza come e quando sia stato depositato.

Criticità nella perizia e osservazioni della famiglia Poggi

Nella parte della perizia riguardante le impronte e i reperti, è emerso un dato inedito: la presenza del Dna di Alberto Stasi sulla cannuccia del tè freddo. Tuttavia, le analisi sul profilo genetico rinvenuto sulle unghie di Chiara presentano diverse criticità scientifiche, come l’uso di un software obsoleto. Questa osservazione è stata redatta da Marzio Capra e Dario Redaelli, consulenti della famiglia Poggi, in vista dell’udienza.

La relazione evidenzia che nelle analisi della perita Denise Albani non sono stati considerati i dati “grezzi” e che il database utilizzato per la biostatistica non era italiano. Inoltre, gli indici di probabilità utilizzati per la compatibilità del Dna di Sempio si basano su una tabella del 1998, mentre esistono tabelle più aggiornate con valori differenti.

Le posizioni della difesa di Stasi

La difesa di Alberto Stasi, rappresentata dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari, sostiene che la perita Denise Albani ha effettuato una valutazione rigorosa e scientifica, attribuendo il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara a Sempio e alla sua linea paterna. I consulenti della difesa hanno sottolineato che il Dna non è degradato, contrariamente a quanto affermato da un altro perito nel 2014.

In aula, gli avvocati delle parti avranno l’opportunità di porre domande tecniche ai periti per chiarire i punti controversi delle loro relazioni. L’incidente probatorio rappresenta un passaggio fondamentale, essendo l’ultimo step prima della chiusura delle indagini da parte della Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone. Solo dopo la conclusione delle indagini verranno resi noti i risultati delle consulenze affidate all’anatomopatologa Cristina Cattaneo e al Racis, che dovranno chiarire la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi.

Indagini sugli oggetti di Chiara

Il criminologo Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi, ha rivelato di aver condotto indagini sugli oggetti indossati da Chiara il giorno del suo omicidio, tra cui una catenina con un ciondolo a forma di dente di squalo, braccialetti, un orologio e una cavigliera. Questi oggetti sono stati conservati come reliquie, e Redaelli ha sottolineato che alcuni di essi non sono stati ancora analizzati, rendendoli di particolare interesse per le indagini attuali.

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