La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di undici individui, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli. Questo provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – è stato attuato il 12 gennaio 2025 e riguarda persone accusate di associazione per delinquere di stampo camorristico, legate al clan Amato Pagano. Questo gruppo criminale opera nei comuni di Melito di Napoli, Mugnano di Napoli e in alcuni quartieri di Napoli, come Secondigliano e Scampia. Le accuse includono anche intestazione fittizia di beni e riciclaggio, aggravate dal fatto che tali azioni sono state condotte per agevolare le attività del clan.
Indagini sul clan Amato Pagano
Le indagini condotte dal Centro Operativo della DIA di Napoli, sotto la supervisione della DDA locale, hanno portato alla luce la struttura del clan Amato Pagano, emerso a seguito della storica “scissione” dal clan Di Lauro, da cui deriva anche il soprannome di “scissionisti”. Questo nuovo provvedimento si inserisce in un’operazione più ampia, che il 17 dicembre 2024 ha già visto coinvolti 53 indagati, alcuni dei quali rivestivano ruoli di spicco all’interno dell’organizzazione. Le indagini hanno ricostruito un quadro indiziario complesso, evidenziando i legami familiari con i fondatori del gruppo, Raffaele Amato e Cesare Pagano, entrambi attualmente detenuti in regime di 41 bis.
Struttura e supporto del clan
L’operazione ha messo in evidenza l’organizzazione capillare del clan Amato Pagano, con ruoli ben definiti per ogni affiliato. Anche coloro che non erano parte integrante del gruppo fornivano supporto come concorrenti esterni. Le indagini hanno rivelato che il clan provvedeva a elargire le cosiddette “mesate” ai familiari degli affiliati detenuti, principalmente alle mogli, in base al ruolo ricoperto nell’organizzazione.
Luoghi di incontro e sicurezza
È emerso anche che gli affiliati necessitavano di luoghi “sicuri” per le loro riunioni. Due coniugi sono stati identificati come fornitori di un’abitazione nel centro di Melito di Napoli, dove gli affiliati potevano incontrarsi. Durante questi incontri, i coniugi si allontanavano, lasciando l’abitazione a disposizione dei membri del clan.
Veicoli e attività illecite
In aggiunta, è stato scoperto che alcuni esponenti di spicco del clan possedevano veicoli di alto valore commerciale, intestati fittiziamente a società di imprenditori compiacenti. Per non destare sospetti, venivano redatti falsi contratti di noleggio per questi veicoli.
Attività di riciclaggio e estorsione
Il provvedimento ha anche portato alla luce condotte di riciclaggio e autoriciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, con somme trasferite su carte di credito prepagate destinate a trasferimenti all’estero, in particolare in Spagna. Sono stati inoltre segnalati tentativi di estorsione ai danni di imprenditori locali.
