Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, guidato dalla professoressa Gaia Codolo, ha fatto una scoperta significativa riguardo a un potenziale nuovo bersaglio terapeutico per il trattamento del carcinoma del colon-retto. Questo studio, sostenuto dalla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, ha identificato il recettore immunitario CD300e, che è espresso da specifiche cellule del sistema immunitario nel microambiente tumorale.
I risultati della ricerca, pubblicati nel 2025 sulla rivista ‘Journal for ImmunoTherapy of Cancer’, evidenziano come il CD300e giochi un ruolo importante nell’indirizzare i macrofagi, un tipo di cellule dell’immunità innata, verso uno stato che favorisce la crescita tumorale e compromette l’efficacia della risposta immunitaria. Pertanto, l’inibizione o il silenziamento di questo recettore potrebbero riattivare le difese immunitarie e migliorare l’efficacia delle immunoterapie esistenti.
Il ruolo di CD300e nella risposta immunitaria
La professoressa Codolo ha spiegato che il CD300e è fortemente indotto da segnali emessi dal tumore stesso, i quali riprogrammano i macrofagi, rendendoli meno capaci di supportare la risposta delle cellule T. Le cellule T sono essenziali nel sistema immunitario, in quanto sono coinvolte nel riconoscimento e nell’eliminazione delle cellule tumorali. L’individuazione di CD300e come uno dei regolatori chiave di questo processo rappresenta un passo avanti importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche.
Le ricercatrici Annica Barizza e Stefania Vassallo, che hanno guidato le parti più complesse dello studio, hanno sottolineato l’importanza della costruzione di un sistema sperimentale ad hoc per identificare il ruolo di CD300e. Barizza ha commentato che il lavoro è iniziato da zero, richiedendo un notevole impegno per sviluppare le metodologie necessarie. Vassallo ha aggiunto che è stato sorprendente osservare come l’interferenza con questo recettore potesse alterare significativamente il comportamento delle cellule immunitarie.
Collaborazione interdisciplinare per la ricerca
La professoressa Codolo ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra clinici, bioinformatici e ricercatori di diverse discipline. La complessità dei tumori richiede approcci integrati che possano combinare dati immunologici, molecolari e omici per ottenere risultati significativi. Questo studio ha coinvolto anche il Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica dell’Università di Padova, l’Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova, il Dipartimento di Medicina Molecolare della Sapienza Università di Roma e il Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università di Brescia.
L’obiettivo finale della ricerca è comprendere se un trattamento mirato a CD300e possa essere integrato con le immunoterapie attualmente disponibili, aprendo la strada a nuove opportunità terapeutiche nella lotta contro il carcinoma del colon-retto.
