Il percorso della Legge di Bilancio del 2025 ha subito una significativa modifica a causa delle tensioni interne alla maggioranza. Nella notte del 21 gennaio, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha comunicato la decisione di escludere gran parte dell’emendamento 4.1000 presentato dall’esecutivo. Questa scelta è emersa dopo un periodo di stallo in Commissione Bilancio, causato dal rifiuto della Lega riguardo all’estensione delle finestre pensionistiche.
Modifiche alla legge di bilancio
L’attuale orientamento della maggioranza si concentra sulla conservazione nel testo della manovra delle sole disposizioni legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al superammortamento. Secondo quanto dichiarato dal Ministro Ciriani, è cruciale mantenere in vita le misure relative al PNRR, poiché queste sono essenziali per la stabilità della manovra finanziaria. Tutto ciò che è stato rimosso dalla versione originale non sarà perso, ma verrà trasferito in un nuovo decreto legge che dovrebbe essere approvato la prossima settimana.
Questa revisione richiederà un lavoro supplementare durante le ore notturne per riformulare i testi e identificare nuove fonti di finanziamento che possano garantire la solidità dei conti. Ciriani ha sottolineato che lo stralcio e la successiva riscrittura rappresentano un ritorno alla strategia iniziale, poiché l’idea di un decreto specifico era stata considerata prima della presentazione dell’emendamento governativo.
Temi esclusi dalla manovra
In questo nuovo contesto, questioni fondamentali per l’economia, come la Transizione 5.0 e le Zone Economiche Speciali, saranno temporaneamente escluse dal testo della Legge di Bilancio prevista per la notte del 22 gennaio. Questi argomenti, insieme ad altre misure escluse a causa di veti politici e complessità tecniche, troveranno spazio nel decreto legge che sarà discusso dal Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni. La strategia mira a garantire i punti essenziali concordati con l’Unione Europea, mentre le questioni secondarie saranno trattate in un provvedimento d’urgenza separato.
Le polemiche in corso
La questione del riscatto della laurea ha subito modifiche, ma non ha placato le tensioni riguardo alla manovra. Nel correttivo presentato in Senato, è stata esclusa la misura che avrebbe ridotto il peso degli anni di contributi per chi ha riscattato un titolo di studio universitario. Resta invece l’estensione fino a sei mesi delle finestre di attesa per le pensioni anticipate. In Commissione Bilancio, è scoppiata una polemica, con la Lega che ha chiesto chiarimenti con l’esecutivo. Claudio Borghi, relatore leghista della manovra, ha affermato che è fondamentale non lasciare dubbi riguardo a questa misura.
Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha chiarito che non era intenzione aumentare i requisiti pensionistici e ha assicurato che coloro che hanno già effettuato il riscatto non subiranno penalizzazioni. Tuttavia, intervenire sulle finestre di attesa è complicato, poiché la copertura deve essere garantita nel lungo periodo. Giorgetti ha affermato che si tratta di un’ipotesi teorica, ma la questione rimane aperta.
Pressioni e sviluppi futuri
La Lega sta esercitando pressioni sul proprio ministro per una risoluzione rapida. Il capogruppo del Partito Democratico al Senato, Francesco Boccia, ha sottolineato il caos attuale, avvertendo che la manovra dovrebbe essere discussa in aula il 22 dicembre, ma le divergenze tra Giorgetti e Salvini rischiano di portare il paese verso un esercizio provvisorio. Elly Schlein, segretaria del PD, ha criticato la premier Meloni per incoerenza rispetto agli impegni presi in campagna elettorale.
Nel pomeriggio del 21 gennaio, sono iniziate una serie di riunioni che hanno ulteriormente ritardato i lavori. Tra i partecipanti, oltre ai sottosegretari del Ministero dell’Economia e Finanze, era presente anche Claudio Durigon, esperto di previdenza della Lega. Lucio Malan, di Fratelli d’Italia, ha lasciato intendere che potrebbe essere presentato un nuovo correttivo riguardo alle finestre mobili, un’operazione complessa che comporta un costo di circa 2 miliardi.
La relazione tecnica allegata al maxiemendamento prevedeva risparmi significativi per la norma sul riscatto della laurea, stimati in 72 milioni per il 2031, con cifre in aumento negli anni successivi. Tuttavia, l’ex presidente dell’INPS, Tito Boeri, ha avvertito che non si possono apportare tagli eccessivi, poiché ciò potrebbe avere conseguenze negative. Ha suggerito di mantenere regole certe e di limitare le modifiche, poiché i cambiamenti continui possono creare confusione e incertezze.
