Ospite della trasmissione “Dritto e Rovescio”, il rinomato mastro pasticcere Iginio Massari ha rilasciato un’intervista a Mario Giordano il 18 dicembre 2025. Giordano ha preso il posto del conduttore abituale, Paolo Del Debbio, assente a causa di un’influenza stagionale. Durante la conversazione, Massari ha condiviso dettagli sulla sua routine lavorativa, rivelando: “Inizio a lavorare ogni mattina alle 3, anche un po’ prima, perché la mia necessità sono circa due ore e mezza di sonno. Non ho mai messo la sveglia, per me il mio lavoro non è sacrificio”.
La cucina come unione culturale
Proseguendo nell’intervista, Iginio Massari ha affrontato un tema di grande attualità , sottolineando l’importanza della cucina italiana come simbolo di condivisione e integrazione culturale. “Penso che con la cucina non esista né destra né sinistra. La cucina italiana è fatta di condivisione, assorbimenti di culture, noi abbiamo dato la nostra cultura ad altri”, ha affermato, commentando il recente riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. Questo riconoscimento non solo celebra la tradizione gastronomica, ma evidenzia anche il ruolo della cucina come ponte tra diverse culture e come elemento di identità nazionale.
I rincari e il cambiamento climatico
Nel corso dell’intervista, il mastro pasticcere ha anche toccato il tema dei rincari di Natale, attribuendoli non tanto a fattori geopolitici come la guerra o l’energia, quanto piuttosto al cambiamento climatico. Massari ha affermato: “Noi abbiamo ferito la terra e ora si sta vendicando. La produzione del cacao è diminuita del 50%, quella della frutta in alcuni posti è diminuita addirittura del 90%”. Ha sottolineato come in regioni come la Sicilia e la Calabria si stiano iniziando a coltivare frutti esotici, un cambiamento significativo per l’agricoltura locale.
Massari ha anche messo in evidenza le problematiche legate al sistema commerciale attuale, dicendo: “Questo incide sulla vita quotidiana ma non dobbiamo dimenticarci che da quindici anni il sistema commerciale non è mai cambiato, è rimasto vecchio”. Ha concluso con una critica alla catena di distribuzione, affermando che “sono i produttori che guadagnano meno” e che è necessario accorciare il percorso dal produttore al consumatore. La sua analisi mette in luce le sfide che l’industria alimentare deve affrontare, invitando a riflettere su un futuro più sostenibile e giusto.
