La Premier Giorgia Meloni ha accolto con entusiasmo la decisione presa durante il vertice europeo del 18 dicembre 2025, che ha portato all’approvazione di un prestito di 90 miliardi di euro destinato a sostenere l’Ucraina. Durante le discussioni, i leader europei hanno sottolineato l’importanza del “buon senso“, del “pragmatismo” e della “stabilità ” finanziaria, evidenziando la volontà collettiva di supportare Kiev in un momento critico. Tuttavia, l’idea di utilizzare gli asset russi, proposta da Ursula von der Leyen e Friedrich Merz, non ha trovato consensi, rivelando le divisioni tra i vari Stati membri.
Il vertice e le sue preparazioni
Il vertice, che ha visto partecipare i capi di Stato e di governo dei 27 membri dell’Unione Europea, è stato caratterizzato da lunghe trattative e discussioni su temi ritenuti prioritari. Mentre i leader discutevano questioni di minore rilevanza, le negoziazioni riguardanti l’uso degli asset russi proseguivano tra la Commissione Europea e il Belgio, cercando di trovare un accordo sulle garanzie necessarie. Tuttavia, al momento della cena, è emerso chiaramente che la proposta di utilizzare i beni congelati non avrebbe avuto successo. Il premier belga Bart De Wever ha mantenuto una posizione ferma, mentre le resistenze di Paesi come Italia, Bulgaria, Malta e Repubblica Ceca sono rimaste inalterate. La situazione è stata ulteriormente complicata dall’atteggiamento di Viktor Orban e Robert Fico, che hanno lavorato attivamente per ostacolare questa soluzione, temendo le ripercussioni da parte di Mosca.
Il piano B e l’accordo finale
Durante il vertice, ha preso piede un’alternativa al piano originale: un prestito di 90 miliardi di euro, finanziato attraverso il mercato dei capitali e garantito dal bilancio pluriennale comunitario dell’Unione Europea. Per approvare tale accordo era necessaria l’unanimità , e qui si è verificato un colpo di scena. Praga, Bratislava e Budapest hanno espresso la loro disponibilità a votare a favore dell’accordo, a condizione di poter optare per l’esclusione dal prestito destinato all’Ucraina. La riunione notturna dei 27 ha portato a una rapida intesa, con i leader che hanno trovato un accordo in meno di un’ora.
Le dichiarazioni dei leader e le prospettive future
Al termine del vertice, Bart De Wever ha commentato l’importanza di un approccio collaborativo e della preparazione nei negoziati, affermando che “se sai fare il tuo lavoro e parli con le persone, si può arrivare a un accordo”. La questione degli asset russi rimane aperta, poiché questi beni continueranno a rimanere congelati fino a quando la Russia non risarcirà l’Ucraina. In caso contrario, l’Unione Europea si è dichiarata pronta a utilizzare quegli stessi beni per rimborsare il prestito. Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per il raggiungimento di un accordo che garantisce risorse fondamentali, sottolineando la solidità giuridica e finanziaria della soluzione trovata. Nonostante le sfide e le incertezze, il vertice di Bruxelles ha dimostrato la capacità dell’Unione Europea di affrontare situazioni complesse e di trovare compromessi.
