Ventenne perde la vita sull’autostrada Asti-Cuneo: si indaga su una possibile gara tra auto, la madre chiede giustizia

Rosita Ponti

Dicembre 19, 2025

Spunta l’ipotesi di una gara tra auto che potrebbe essere alla base della tragica morte di Matilde Baldi, una giovane di vent’anni deceduta in un incidente stradale avvenuto l’11 dicembre 2025 sull’autostrada Asti-Cuneo. La procura di Asti ha avviato un’inchiesta per omicidio stradale, e secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, due automobilisti, entrambi a bordo di una Porsche, risultano indagati. Matilde viaggiava su una Fiat 500 insieme alla madre quando, durante un rettilineo, una delle due auto di lusso ha violentemente tamponato il veicolo. L’impatto è stato devastante: la giovane è deceduta dopo cinque giorni di ricovero in ospedale, mentre la madre ha riportato ferite. “Chiedo solo un po’ di giustizia per mia figlia”, ha dichiarato la donna al giornale torinese.

Le indagini della procura di Asti

L’inchiesta è sotto la direzione del pubblico ministero Sara Paterno e viene condotta dalla Polizia stradale. Gli investigatori stanno raccogliendo le immagini delle telecamere di sorveglianza installate lungo il tratto autostradale per ricostruire la dinamica esatta dell’incidente. L’obiettivo principale è stabilire se le due Porsche, che viaggiavano nella stessa direzione, abbiano mantenuto una velocità e comportamenti tali da configurare una “gara” non autorizzata. Le immagini delle telecamere potrebbero rivelarsi fondamentali per comprendere le azioni dei conducenti prima dello schianto e per determinare eventuali responsabilità.

Le testimonianze e i filmati dell’autostrada

Secondo quanto riportato da La Stampa, diversi testimoni hanno riferito di aver visto le due Porsche viaggiare a velocità sostenuta, effettuando sorpassi e accelerazioni pericolose. La prima Porsche avrebbe evitato la Fiat 500, mentre la seconda, una GT3 RS, ha impattato frontalmente contro il veicolo con Matilde e sua madre a bordo. Le registrazioni video delle telecamere di sorveglianza saranno cruciali per analizzare i tempi, le distanze e il comportamento dei conducenti prima dell’incidente, fornendo così elementi chiave per le indagini.

I due indagati e le verifiche in corso

Secondo le informazioni riportate dal quotidiano torinese, i due automobilisti indagati sono un sessantenne, Franco Vacchina, e un quarantasettenne, Davide Bertello. Entrambi sono accusati di omicidio stradale. Vacchina si trovava alla guida della Porsche che ha tamponato la Fiat 500 e, dopo l’incidente, ha cercato di prestare soccorso alla madre di Matilde. Bertello, invece, non è stato coinvolto direttamente nell’impatto ma si è presentato alla Polizia stradale nei giorni successivi per fornire una dichiarazione spontanea. Le indagini continuano anche con l’analisi dei dati tecnici delle auto e della velocità effettiva mantenuta nel tratto autostradale dove si è verificata la tragedia.

Il dolore della madre: “Chiedo giustizia”

Elvia, la madre di Matilde, ha raccontato a La Stampa i momenti immediatamente successivi all’incidente: “L’uomo alla guida della Porsche mi ha aperto la portiera e mi ha chiesto come stavo, dicendo che non era colpa sua e che aveva già chiamato i soccorsi. Io ero in stato di shock. La mia auto si è girata su se stessa più volte. Matilde, accanto a me, non rispondeva”. Oggi, Elvia chiede che venga fatta piena luce sull’incidente: “Ora che Matilde non c’è più, chiedo solo un po’ di giustizia. Possono continuare a produrre queste auto per chi ama la velocità, ma chi le guida deve farlo senza giocare con la vita degli altri”.

La comunità in lutto per Matilde

Matilde Baldi viveva a Montegrosso, in provincia di Asti. Era barista in un centro commerciale e studente di Economia e Commercio all’università. La sua figura era ben nota e amata nella comunità, dove era molto legata alla famiglia e al fidanzato Francesco. Il sindaco del comune, Monica Masino, ha proclamato il lutto cittadino in onore della giovane. Dopo il decesso, avvenuto cinque giorni dopo l’incidente, i genitori hanno dato il consenso alla donazione degli organi. “Quando mi hanno chiesto di donare gli organi di mia figlia, ho inizialmente rifiutato”, ha raccontato la madre della vittima. “Poi, mio marito e mio figlio mi hanno fatto riflettere. Ora so che Matilde salverà quindici persone. Era bella come il sole. Una figlia straordinaria”.

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