Gli anziani che risiedono nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) continuano a fare un uso eccessivo di farmaci, con una media di circa otto medicinali assunti quotidianamente. Secondo i dati emersi dal primo studio nazionale realizzato dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) in collaborazione con la Fondazione Anaste Humanitas, il 42% degli assistiti è a rischio di subire almeno un’interazione pericolosa tra i farmaci, con situazioni estreme in cui si registrano fino a sette interazioni contemporanee. La questione è stata discussa durante il Congresso nazionale della Sigg, che si sta svolgendo a Scampia dal 15 al 17 febbraio 2025, dove sono stati presentati i risultati di questa importante ricerca.
Rischi legati all’uso dei farmaci nelle rsa
La situazione riguardante l’assunzione di farmaci nelle Rsa è preoccupante. Dario Leosco, presidente della Sigg e ordinario di Geriatria all’Università Federico II di Napoli, insieme ad Andrea Ungar, ordinario di Geriatria all’Università di Firenze e ideatore dello studio, ha sottolineato che ogni anziano nelle Rsa consuma in media otto farmaci al giorno. Questo porta a un’esposizione significativa a interazioni pericolose, che possono compromettere la salute degli assistiti. La manipolazione dei farmaci orali rappresenta un ulteriore rischio: circa un terzo delle compresse viene spezzato o triturato, e oltre il 25% delle capsule viene aperto e miscelato con cibi o beverage per facilitare l’assunzione. Tuttavia, nel 13% dei casi, queste pratiche possono risultare dannose.
Alba Malara, presidente della Fondazione Anaste Humanitas, ha evidenziato che la manipolazione impropria può ridurre l’efficacia dei farmaci. Sbriciolare o dividere una pillola può comportare la perdita di parte del principio attivo, mentre le capsule gastroresistenti non devono mai essere aperte, poiché il loro rivestimento è progettato per proteggere il farmaco. Inoltre, le pillole a rilascio lento, formulate per mantenere un livello costante di principio attivo, non devono essere alterate.
Farmaci frequentemente alterati e ruolo del geriatra
Lo studio ha messo in evidenza alcuni dei farmaci più frequentemente alterati, tra cui la quietapina, il pantoprazolo e l’aspirina. La presenza di un geriatra nelle Rsa si è dimostrata fondamentale, poiché è associata a una riduzione delle interazioni tra farmaci compresa tra il 24 e il 37%. Andrea Ungar ha fatto notare che le raccomandazioni attualmente disponibili non sono né univoche né aggiornate, creando una lacuna che richiede l’elaborazione di linee guida più recenti e riconosciute a livello nazionale.
Dario Leosco ha concluso che è essenziale sviluppare riferimenti aggiornati per garantire la sicurezza e l’efficacia dei trattamenti farmacologici per gli anziani nelle Rsa. La salute degli assistiti deve essere al centro dell’attenzione, e il miglioramento della gestione della terapia farmacologica rappresenta un passo cruciale verso una migliore qualità della vita per questa fascia di popolazione.
