Milano Cortina 2026: la FIS lancia un allerta per i ritardi nell’innevamento

Veronica Robinson

Dicembre 20, 2025

L’emergenza legata alla produzione di neve artificiale per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 si fa sempre più pressante, con meno di due mesi all’inizio dell’evento. Le autorità organizzatrici, insieme alle federazioni sportive, stanno lanciando appelli urgenti per accelerare i lavori necessari, mentre il cambiamento climatico continua a ridurre drasticamente la disponibilità di neve naturale sulle Alpi.

Preoccupazioni della federazione internazionale sci

La Federazione Internazionale Sci (FIS) ha manifestato preoccupazione per i “ritardi inspiegabili” nella realizzazione degli impianti di innevamento artificiale, fondamentali per località come Livigno, Mottolino e Carosello. Johan Eliasch, presidente della FIS, ha sollecitato il Governo italiano e le Regioni a intervenire con urgenza, poiché le competizioni richiedono neve di alta qualità per garantire la sicurezza e l’equità durante le gare. A dicembre 2025, diversi impianti risultano ancora incompleti, creando incertezze per lo svolgimento delle prove e delle competizioni olimpiche, programmate dal 6 al 22 febbraio.

Produzione di neve artificiale e risorse idriche

La produzione di oltre 2-2,4 milioni di metri cubi di neve artificiale richiede circa 836-948 mila metri cubi d’acqua, prelevata da fiumi alpini già sotto stress a causa delle condizioni climatiche. Sono stati approvati nuovi bacini di accumulo, con capacità di 200 mila metri cubi a Mottolino e 120 mila a Carosello, ma questi non soddisfano completamente le esigenze olimpiche. L’azienda Eni fornirà la tecnologia necessaria, come già avvenuto per le Olimpiadi di Pechino 2022, ma questo comporta un elevato consumo energetico e prelievi da torrenti lombardi, veneti e trentini.

Impatto ambientale della produzione di neve artificiale

La produzione di neve artificiale ha impatti significativi sull’ambiente, contribuendo all’inquinamento del suolo e alterando gli ecosistemi locali. Negli ultimi decenni, la copertura nevosa naturale sulle Alpi è diminuita tra il 50 e il 71%. Le critiche da parte degli ambientalisti si concentrano sul rischio di greenwashing e sugli sprechi, con alberi abbattuti per la realizzazione di piste come quella da bob. A Cortina e nelle Dolomiti, le recenti piogge hanno eroso la neve oltre i 2000 metri, rendendo inevitabile l’uso di innevamento tecnico, sebbene questa pratica susciti controversie.

Dipendenza dalle tecniche di innevamento

Le località alpine situate tra i 1200 e i 1800 metri dipendono da canoni tecnici per le competizioni di Coppa del Mondo e per le Olimpiadi. Anche nel caso di neve naturale, sarà necessario ricorrere all’innevamento artificiale per rispettare gli standard FIS. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) sta monitorando la situazione, ma il problema sistemico delle stazioni sciistiche alpine rimane, con un consumo eccessivo di energia e risorse pubbliche.

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