Il tema delle pensioni è attualmente al centro del dibattito politico in Italia, con particolare riferimento al Bonus Natale, alle rivalutazioni programmate per il 2026 e alle proposte contenute nella Manovra economica. Le questioni legate al riscatto della laurea, agli anticipi pensionistici e all’innalzamento dell’età pensionistica sono oggetto di discussione intensa, con divergenze tra le forze di governo e le opposizioni. È fondamentale affrontare il tema in modo chiaro, concentrandosi su elementi già stabiliti, come i benefici erogati dall’INPS.
Benefici pensionistici: bonus natale e quattordicesima
Nel mese di dicembre 2025, l’INPS ha comunicato che il Bonus Natale, noto anche come Importo Aggiuntivo, è stato attribuito a oltre 400.000 pensionati. Questo bonus, di 154,94 euro, è destinato a chi percepisce pensioni di importo ridotto. La quattordicesima, un ulteriore pagamento extra, ha coinvolto 149.000 pensionati. Per accedere a questi benefici, è necessario soddisfare specifici requisiti reddituali. Il Bonus Natale è riservato a coloro che ricevono una pensione annuale compresa tra i 7.844,20 euro e i 7.999,14 euro e il cui reddito personale non superi 11.766,30 euro, oppure il reddito familiare, per i coniugati, non oltre 23.532,60 euro.
La quattordicesima, che viene erogata in un’unica soluzione, è disponibile a partire dal compimento del 64° anno di età , a condizione che il pensionato rispetti i limiti di reddito stabiliti. Questi due strumenti rappresentano un importante sostegno economico per le fasce più vulnerabili della popolazione pensionata, contribuendo a migliorare le condizioni di vita di molti cittadini.
Rivalutazione delle pensioni nel 2026
Un altro aspetto cruciale riguarda la rivalutazione delle pensioni prevista nel 2026, come indicato nella Gazzetta Ufficiale n. 277 del 28 novembre 2025. Questa rivalutazione, calcolata in base alla variazione percentuale dell’inflazione, prevede un incremento del 1,4% a partire dal 1° gennaio 2026. Secondo le proiezioni dell’INPS, per l’anno 2025 la rivalutazione definitiva sarà dello 0,8%, senza necessità di conguagli. Tuttavia, nel 2026, le pensioni che rientrano nel trattamento minimo vedranno un incremento aggiuntivo dell’1,3%, portando l’importo a 619,8 euro.
Inoltre, il valore dell’assegno sociale per il 2026, destinato a chi si trova in difficoltà economica e ha almeno 67 anni, subirà un aumento, passando da 538,69 euro a 546,23 euro mensili, per un totale annuo di 7.100,99 euro. L’INPS ha sottolineato che le pensioni saranno rivalutate al 100% dell’inflazione per i trattamenti fino a quattro volte il trattamento minimo, mentre per le pensioni superiori a tale soglia si applicheranno percentuali di recupero differenti, garantendo così un adeguato sostegno ai pensionati in base alla loro situazione economica.
