Allerta aviaria: specialisti segnalano il rischio di una diffusione pandemica senza precedenti

Veronica Robinson

Dicembre 21, 2025

La questione degli uccelli selvatici in Italia sta assumendo toni sempre più preoccupanti. Gli esperti segnalano un potenziale rischio di pandemia legato all’influenza aviaria, con particolare attenzione al virus H5N1, la cui diffusione tra gli animali ha mostrato un incremento significativo. La Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (Izs) è attivamente impegnata nel monitoraggio di ogni segnale di allerta. La comunità scientifica, composta da virologi ed epidemiologi dell’OMS Europa e dell’ECDC, insieme a allevatori e autorità sanitarie, esprime preoccupazione per la possibilità di trasmissione del virus all’uomo.

Espansione del virus H5n1

Il virus H5N1 ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, viaggiando con gli uccelli migratori e colonizzando vari continenti. Secondo Isabella Monne, dirigente veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, la diffusione di questo virus ha assunto proporzioni tali da essere definita una vera e propria panzoozia, con una portata globale simile a quella di una pandemia umana. A novembre 2025, sono stati registrati casi anche in Oceania, in una delle isole sub-antartiche dell’Australia, evidenziando la capacità del virus di adattarsi a diversi climi. La situazione attuale richiede un monitoraggio costante, poiché la diffusione aggressiva del virus potrebbe comportare rischi significativi per la salute pubblica.

Cos’è l’influenza aviaria

L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce principalmente i volatili, con il sottotipo H5N1 che ha dimostrato di poter trasmettersi dagli uccelli selvatici agli animali domestici, come polli e tacchini. Antonia Ricci, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sottolinea che il virus ha la capacità di effettuare il “salto di specie”, rappresentando così una minaccia per l’uomo. È fondamentale mantenere una sorveglianza attiva e monitorare l’interazione tra animali e esseri umani per prevenire eventuali epidemie. La storia delle pandemie passate dimostra che i virus influenzali possono mutare e combinarsi, rendendo la sorveglianza ancora più cruciale.

Situazione attuale in italia

Attualmente, in Italia, la situazione è sotto controllo, ma non priva di preoccupazioni. Ricci evidenzia che, sebbene i virus attualmente circolanti non presentino caratteristiche particolarmente pericolose per l’uomo, la persistenza di casi tra gli uccelli selvatici rappresenta un rischio per gli allevamenti. Sono stati registrati circa venti focolai attivi, in un periodo in cui la stagione dell’influenza aviaria raggiunge il suo picco. È essenziale mantenere un monitoraggio costante e attuare misure preventive per limitare la diffusione del virus, proteggendo così la salute pubblica e animale.

Misure di prevenzione in atto

Calogero Terregino, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria, sottolinea l’importanza delle misure preventive che devono essere attuate mesi prima dell’arrivo degli uccelli migratori. Queste misure comprendono la cooperazione tra le regioni, il Ministero della Salute e le aziende avicole per regolare gli accasamenti e ridurre la densità degli allevamenti. È prevista una sorveglianza ravvicinata nelle aree con alta vocazione avicola, con prelievi periodici negli allevamenti di pollame. Qualora venga individuato il virus, si attuano misure di contenimento rigorose, tra cui l’abbattimento degli animali infetti e la distruzione di prodotti contaminati, in conformità con le normative europee.

Monitoraggio su altre specie animali

È cruciale una collaborazione attiva tra allevatori e veterinari per garantire la biosicurezza e prevenire l’influenza aviaria. Terregino afferma che, sebbene il rischio per l’uomo sia attualmente considerato basso, ci sono segnali di mutazione del virus che potrebbero ampliare il suo campo d’azione. È in atto una sorveglianza specifica anche su altre specie animali, come cani e gatti, e il personale degli allevamenti è costantemente monitorato. La crescente consapevolezza del rischio di una nuova pandemia legata all’influenza aviaria ha portato allo sviluppo di vaccini specifici per il settore veterinario, utili a mitigare l’impatto delle epidemie influenzali e proteggere le persone esposte, come allevatori e veterinari.

×