L’inverno del 2025 ha colpito duramente la Striscia di Gaza, portando con sé condizioni climatiche estreme che mettono in pericolo la vita di migliaia di sfollati. Le tende, già precarie, sono state duramente colpite da piogge incessanti e venti forti, lasciando le persone vulnerabili senza alcuna protezione. Tra le tragiche conseguenze di questo clima avverso, si registra la morte per ipotermia di un neonato di soli 29 giorni, un evento che ha destato preoccupazione per la salute di tutti i più piccoli.
Bilancio delle vittime e carestia
Negli ultimi sette giorni, il bilancio delle vittime causate dal freddo è salito a 13, mentre circa 1.900 persone rischiano di morire di fame. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia dichiarato che, dopo la firma del Piano Trump di ottobre, non si rileva più lo stato di carestia nella Striscia, la situazione rimane critica. In particolare, le aree di Gaza City, Deir el Balah e Khan Younes stanno affrontando un’epidemia di malnutrizione acuta.
Controversie sugli aiuti umanitari
Il Cogat, l’agenzia israeliana incaricata di coordinare gli aiuti umanitari per Gaza, ha contestato le affermazioni contenute nel rapporto, definendole infondate. Secondo quanto dichiarato, da ottobre sono state introdotte 500 mila tonnellate di cibo nella regione. Tuttavia, Medici Senza Frontiere ha ribadito l’urgenza di incrementare le forniture umanitarie, chiedendo un aumento significativo di pacchi alimentari e materiali medici.
Resilienza della comunità cristiana
Nonostante le difficoltà, la comunità cristiana di Gaza, sebbene esigua e spaventata dalle possibili violazioni del cessate il fuoco, si prepara a celebrare il Natale, dimostrando resilienza anche in mezzo a una crisi profonda.
