La Florida si sta affermando come un punto nevralgico della diplomazia globale. Mentre il presidente eletto Donald Trump si trova nel suo resort di Mar-a-Lago, a breve distanza, si stanno intessendo le trame per un possibile negoziato volto a risolvere il conflitto in Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che gli Stati Uniti hanno formalmente proposto un incontro a tre tra Washington, Kiev e Mosca.
I negoziati in corso e il ruolo dei mediatori
A Miami, il gruppo di negoziatori statunitensi, sotto la guida di Steve Witkoff e Jared Kushner, ha già avviato colloqui con la delegazione ucraina, guidata da Rustem Umerov. In queste ore, è atteso un incontro con l’inviato del Cremlino, Kirill Dmitriev. L’obiettivo principale di queste discussioni è affrontare questioni complesse come il futuro dei territori occupati e le garanzie di sicurezza a lungo termine per l’Ucraina. Tuttavia, il cammino si presenta irto di ostacoli. Recenti rapporti dell’intelligence americana, riportati da Reuters, rivelano un quadro allarmante: Vladimir Putin non avrebbe abbandonato l’idea di conquistare l’intera Ucraina e starebbe mirando a riprendere territori europei che un tempo facevano parte dell’impero sovietico. Queste informazioni contraddicono l’idea di una Russia pronta a negoziare una pace immediata.
La posizione di Zelensky
I risultati di questi colloqui preliminari a Miami saranno cruciali per stabilire un incontro ufficiale nel formato “Ucraina-USA-Russia”, al quale potrebbero unirsi anche i partner europei. Si tratterebbe del primo incontro diretto tra rappresentanti di Mosca e Kiev dopo i colloqui di Istanbul del luglio 2024, che si erano conclusi con uno scambio di prigionieri. Zelensky ha definito “logico” un incontro congiunto, mantenendo però un atteggiamento cauto riguardo ai possibili risultati. Per il presidente ucraino, la pressione da parte degli Stati Uniti è fondamentale: “L’America deve essere chiara: se non si trova una soluzione diplomatica, la pressione deve essere totale. Putin non sente ancora il peso che dovrebbe esserci”, ha affermato, richiedendo con urgenza nuove armi e sanzioni più severe. Inoltre, Zelensky ha respinto ogni ingerenza russa nella politica interna ucraina, sottolineando che Mosca non ha alcun diritto di influenzare le tempistiche o le modalità delle elezioni ucraine, che si terranno solo quando ci saranno garanzie di sicurezza assolute.
Il fronte della guerra: sangue a Odessa e controffensiva in Crimea
Mentre si tentano faticosi progressi diplomatici, sul campo la situazione continua a essere critica. Mosca ha annunciato di aver preso il controllo di due villaggi nelle regioni di Sumy e Donetsk, proseguendo con la sua lenta avanzata verso est. Nel frattempo, il bilancio dell’attacco missilistico russo contro le infrastrutture portuali di Odessa è salito a otto morti e circa trenta feriti, con un autobus civile tra i mezzi colpiti. La vice prima ministra Yulia Svyrydenko ha confermato che le vittime erano civili. La regione costiera è sotto assedio da settimane, con attacchi sistematici a ponti e reti elettriche che stanno lasciando centinaia di migliaia di persone al freddo. Dall’altra parte, Kiev ha risposto colpendo obiettivi strategici russi: l’esercito ucraino ha annunciato la distruzione di due aerei da combattimento in un aeroporto in Crimea e ha danneggiato una piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio, oltre a una nave di pattuglia nelle vicinanze.
